Il San Paolo diventa lo stadio Diego Armando Maradona: la giunta comunale ha approvato all’unanimità la proposta lanciata dal sindaco Luigi de Magistris.
La notizia era nell’aria già da qualche giorno ma ora arriva l’ufficialità: lo stadio della città di Napoli non sarà più intitolato a San Paolo ma al “Pibe de Oro” Diego Armando Maradona.
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La conferma è arrivata poco fa dalla Giunta comunale del capoluogo campano attraverso un comunicato. La delibera era stata proposta dal Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e dall’assessore alla Toponomastica, Alessandra Clemente. L’atto è stato firmato oggi, 4 dicembre, all’unanimità da tutta la giunta comunale.
Si tratta del terzo nome dello stadio: in origine, infatti, la struttura si chiamava Stadio del Sole, talvolta indicato anche come Fuorigrotta, nome del quartiere in cui è sito. Ha assunto la denominazione di Stadio San Paolo solo nel 1963: il nome si riferisce a Paolo di Tarso, l'”Apostolo delle Genti” come venne soprannominato, che secondo le cronache della storia, nell’anno 61 d.C. giunse in Italia attraccando proprio al porto di Pozzuoli. Da oggi, però, sarà conosciuto da tutti come lo Stadio Diego Armando Maradona.
Nell’atto ufficiale dell’Amministrazione comunale si legge un sincero ricordo del calciatore scomparso a soli 60 anni lo scorso 25 novembre: “Maradona, il più grande calciatore di tutti i tempi che con il suo immenso talento e la sua magia ha onorato per sette anni la maglia del Napoli, regalandole i due scudetti e altre coppe prestigiose e ricevendo in cambio dalla città amore eterno”.
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Nella nota ufficiale, inoltre, si fa menzione anche allo splendido rapporto che Maradona aveva con l’intera città e di come era riuscito a diventare un idolo per i napoletani, anche nei momenti più fragili: “Ha dimostrato che è possibile rialzarsi, vincere e trionfare, offrendo al tempo stesso un messaggio di speranza e di bellezza all’intera città…a vincere non è stata soltanto la squadra del Napoli, ma l’intera città, che si identifica pienamente in lui; Maradona ha combattuto i pregiudizi e le discriminazioni di cui erano ancora oggetto i napoletani all’interno degli stadi, diventando idolo dell’intera città, che gli ha perdonato anche le debolezze e le fragilità dell’uomo che mai hanno offuscato la grandezza del campione”.
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