L’Italia non respira bene, è quanto emerge dal rapporto sulla qualità dell’aria di SNPA, il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, presentato oggi, 1 dicembre: il livello dell’inquinamento atmosferico è alto.
Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, SNPA, ha presentato oggi con una diretta streaming su Youtube e su Facebook il Rapporto “La qualità dell’aria” edizione 2020. SNPA è l’omologo per la difesa dell’ambiente della Protezione Civile e ricomprende tutte le ARPA, le agenzie regionali dedicate al tema, le APPA, le agenzie provinciali delle regioni a statuto autonomo e l’ISPRA, l’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
Il Sistema, nato ufficialmente nel 2016, nei quattro anni di vita ha mosso passi da gigante sul versante degli interventi a difesa del prezioso bene pubblico e nell’ambito dello studio dei dati e delle tendenza che regolano l’ambiente in Italia. Il report online da oggi ne è solo l’ultimo esempio.
“Il volume – si legge nella nota di presentazione – descrive lo stato e il trend dell’inquinamento atmosferico in Italia nel periodo 2010–2019″. Al suo interno sono presenti una serie di monografie per approfondire e comprendere i fenomeni presenti nell’ambiente italiano. Particolare attenzione è stata rivolta alla qualità dell’aria durante il periodo marzo-giugno 2020, il periodo del lockdown, un dato di grande rilievo scientifico.
Tre gli elementi, tra gli altri, con grande forza. Il primo, il costante superamento del valore limite del PM10. Il PM10 è il materiale particolato con una dimensione inferiore a 10 micrometri ed è il principale fattore inquinante delle grandi aree urbane. Nonostante una riduzione complessiva di circa il 20% nel decennio 2010-2019, nel solo 2019 il valore imposto dall’Unione Europea è stato superato il 22% delle volte in almeno 111 stazioni di rilevamento. L’89% di questi superamenti è avvenuto nel bacino Padano. Oltre al danno ambientale il superamento determina un danno economico per i cittadini. L’Italia, infatti, è stata sovente condannata a pagare multe di grandi dimensioni. Le multe sono comminate dalla Corte di Giustizia Europea
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Il secondo, il progressivo superamento del limite di concentrazione dell’NO2 il biossido di azoto. Un dato che ha conseguenze nefaste rispetto all’ozono. Nel report viene rilevato che l’obiettivo a lungo termine è stato mancato in 296 stazioni di rilevamento su 322 totali. Ben il 92%, un dato estremamente negativo.
Il terzo, di grande interesse è lo scenario che verrebbe a delinearsi in Italia, a livello di inquinamento atmosferico, se si verificassero per almeno dodici mesi consecutivi le condizioni determinate durante il lockdown. Clamorosi i dati del report. Avremo il 35% in meno di NO2 e il 10% in meno di pm10.
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