65 anni fa Rosa Parks rifiutava di cedere il suo posto a un bianco su un autobus a Montgomery. Il gesto cambiò per sempre la storia dei diritti civili.
Era il 1 dicembre 1955: Rosa Parks, afroamericana di 42 anni e sarta di professione, prese come di consuetudine un autobus di linea a Montgomery, in Alabama, per tornare a casa dopo il lavoro in un grande magazzino. Non trovando posti liberi nel settore riservato agli afroamericani, Rosa occupò il primo posto dietro la fila dei bianchi, nel settore dei posti comuni sia ai bianchi che ai neri.
La legge parlava chiaro però: i posti misti potevano essere usati sia dai bianchi che dai neri, ma la precedenza spettava sempre ai primi. Rosa lo sapeva bene, da anni.
Qualche fermata dopo, sull’autobus salì un bianco che non trovando posti liberi restò in piedi. L’autista James F. Blake chiese a Rosa di cedere il suo posto al bianco che si trovava accanto a lei e di raggiungere il settore a lei dedicato. Rosa, con compostezza e fermezza, si rifiutò categoricamente.
Il conducente fermò il mezzo e chiamò la polizia per risolvere la questione. Rosa Parks venne arrestata e portata in carcere con l’accusa di condotta impropria e per aver disobbedito all’obbligo legislativo. La donna venne poi liberata su cauzione grazie all’intervento di Clifford Durr, avvocato vicino alle posizioni della comunità afroamericana.
Il gesto di Rosa Parks non passò inosservato. Quella stessa notte, infatti, Martin Luther King, insieme a decine di rappresentanti della comunità afroamericana, decise di mettere in atto una serie di reazioni di protesta. Tra queste azioni, ci fu il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery che andò avanti per ben 381 giorni.
Senza l’acquisto dei biglietti da parte dei neri – i maggiori utenti degli autobus – le aziende di trasporto cominciarono ad andare in crisi. Il 13 dicembre 1956 la Corte Suprema degli Stati Uniti dichiarò fuorilegge la segregazione razziale sui mezzi di trasporto pubblici poiché giudicata incostituzionale. Una svolta storica che cambierà per sempre la storia dei diritti civili.
Da allora Rosa Parks è considerata “The Mother of the Civil Rights Movement”, la madre dei diritti civili. Nel 1999 venne insignita della medaglia d’oro del Congresso, il massimo riconoscimento civile degli Stati Uniti per l’importante ruolo ricoperto nella storia del Paese. In quell’occasione, Bill Clinton definì Rosa come la donna che “mettendosi a sedere, si alzò per difendere i diritti di tutti e la dignità dell’America“.
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