Lettera aperta di Giacomo Gorini, ricercatore a Oxford, all’Università Vita-Salute del San Raffaele.
Giacomo Gorini è un ricercatore in biotecnologie mediche molecolari e cellulari presso il Jenner Institute dell’Università di Oxford. Si è laureato nel 2013 con il massimo dei voti presso l’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano ed è proprio al suo vecchio ateneo che ha scritto una lettera aperta riguardo alle mancate smentite di chi diceva quest’estate che il virus fosse morto.
“Durante i mesi estivi – ho assistito afferma Gorini – ad un susseguirsi di dichiarazioni errate o volontariamente fraintendibili sull’emergenza in corso da parte di vostri docenti. L’Università San Raffaele non interveniva quando suoi professori parlavano in TV di “virus clinicamente morto”, di “mutazioni delle proteine ma non del genoma”, di irrealistiche “cariche virali” o di una mai verificata attenuazione del virus. Talvolta, i docenti richiedevano cieca fiducia della comunità scientifica italiana in onore di dati in preparazione che non sono, purtroppo, stati mai più presentati. Smentiti poi dalla realtà, ho visto gli stessi docenti ritrattare appellandosi a fraintendimenti da parte del pubblico sul messaggio originale, scaricando così la responsabilità dell’errore sulla limitata comprensione dell’ascoltatore. Sbigottito ho visto fare paragoni diretti tra decessi causati da malattie come l’infarto o il cancro e quelli causati da una malattia virale in fase pandemica. Durante tutto questo, l’Università assisteva impassibile”.
“A queste affermazioni errate, pericolose e mai corrette – afferma Gorini – si è poi aggiunta la narrazione che ha definito gli scienziati “topi di laboratorio”, anche se è proprio lo sforzo unificato degli scienziati di tutto il mondo che ci sta tirando fuori da questa brutta situazione. Gli stessi scienziati che voi stessi formate nelle vostre aule. Gli stessi scienziati che hanno scelto il vostro ateneo in cerca di una professione nobile che può dare tante soddisfazioni. Gli stessi scienziati che ispirano i bravi studenti che vogliono fare ricerca senza essere additati dai loro stessi docenti come “topi di laboratorio”.
“Ho sempre pensato che una università, e in particolare una Università con una reputazione eccellente come l’Università San Raffaele debba essere votata alla ricerca e alla difesa di scienza e verità. Con rammarico a mio giudizio vi ho visto non solo mancare a questa missione, ma talvolta forse impegnarvi nella direzione opposta” è il duro commento del ricercatore.
“Il privilegio che ho avuto – anche grazie a quello che ho imparato molti anni fa nelle vostre aule – consistente nel potere lavorare nei migliori istituti del mondo porta con sé delle responsabilità. Questa responsabilità si traduce oggi nel mio dovermi esporre per esprimere pubblicamente il mio dispiacere davanti al degrado del modus operandi dell’ateneo, nonché nel denunciare l’erroneità di dichiarazioni che hanno, purtroppo, contribuito a portare grossissimi danni nel nostro amato Paese”.
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