Elezioni USA, dopo il caso Pennsylvania Donald Trump sfida Joe Biden: “Ci vediamo alla Corte Suprema”
Il 14 dicembre, il giorno in cui il Collegio dei Grandi Elettori si riunirà per eleggere il presidente degli Stati Uniti fino al 2024, è ormai dietro l’angolo, ma per completare il percorso formale mancano all’appello ancora due passaggi fondamentali: la nomina ufficiale dei delegati e il riconoscimento della vittoria al presidente eletto da parte del candidato sconfitto.
Biden-Trump, certificato il dato della Pennsylvania: il tycoon alla Corte Suprema
E va detto che il candidato sconfitto, Donald Trump, non ha nessuna intenzione di farlo e quanto meno di farlo a breve. Ieri Joe Biden ha segnato un punto decisivo. Lo Stato della Pennsylvania, dopo il blocco dei giorni scorsi, ha certificato l’assegnazione dei venti delegati al Democratico. Il presidente eletto può contare così su 306 Grandi Elettori sui 538 disponibili. Ma anche in caso di svolgimento regolare della procedura di nomina Biden partirà con la zavorra di una Nazione divisa e con il sospetto diffuso dei brogli elettorali.
Riedizione della sfida Bush-Gore a parti invertite
Decisiva in tal senso la campagna mediatica di Donald Trump che in prima persona e tramite i principali collaboratori, continua ad attaccare, convinto dal canto suo, di essere vittima di un sopruso. Una riedizione a parti invertite di quanto accaduto nel 2000 nella sfida tra George Bush e Al Gore.
Trump attacca frontalmente Biden
Trump, nella notte italiana tra il 27 e il 28 novembre, ha attaccato frontalmente, come sempre via twitter, il proprio avversario nella contesa del 3 novembre. “Biden ha fatto male nelle grandi città – scrive Trump sul popolare social network – tranne che a Detroit (dove secondo “The Donald” ci sono più voti che persone), Philadelphia, Atlanta e Milwaukee. Tutte città collocate nei cosiddetti “Swing State”, gli stati contesi, quelli dove la differenza di voti è minima. “Noti – chiosa Trump – da tempo per essere politicamente corrotti” . Trump, in un contesto diverso da Twitter ha sottolineato che “Biden deve provare che non ci sono stati brogli elettorali”
Biden did poorly in big cities (Politico), except those of Detroit (more votes than people!), Philadelphia, Atlanta and Milwaukee, which he had to win. Not surprisingly, they are all located in the most important swing states, and are long known for being politically corrupt!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) November 27, 2020
Trump annuncia il ricorso alla Corte Suprema: il caso Pennsylvania
E se non lo farà, ha sottolineato Jenna Ellis, la consulente legale della campagna del tycoon, “Arriveremo fino alla Corte Suprema”. La Ellis, chiaramente ispirata da Trump, sottolinea due elementi a suo avviso decisivi. La “copertura – da parte dei collegi giudicanti – delle accuse di frodi diffuse” e il dato della Pennsylvania. La situazione sullo stato della costa atlantica è paradossale. Biden ha conquistato i 20 delegati grazie a un margine di 81.000 voti di scarto. Ma al tempo stesso, twitta dal proprio account ufficiale il Senatore Repubblicano del New Jersey Doug Mastriano, risulta che 1.994.597 dei 3.459.923 voti di Biden sono voti via posta. Un dato abnormeche ribalta per intero il voto popolare. Il dubbio c’è e si vede e Trump ha deciso di farlo verificare in tutti i gradi di giudizio possibili. Fino alla Corte Suprema.
This was posted on our Department of State dashboard but had since been deleted. pic.twitter.com/bDmvCK0kDB
— Senator Doug Mastriano (@SenMastriano) November 27, 2020
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