L’ex campione della Juve Cabrini intervistato da un’emittente avellinese ha rilasciato dichiarazioni che hanno fatto scatenare il web
Tra le tante dichiarazioni sulla morte di Diego Armando Maradona faranno discutere anche quelle di Antonio Cabrini. Vincitore del Mondiale del 1982 e per molti anni esterno della Juventus, Cabrini in un intervista a Irpinia Tv ha dichiarato che se l’asso argentino all’epoca avesse giocato a Torino oggi sarebbe ancora vivo. Non per merito della società ma dell’ambiente.
Ha definito Maradona “Una leggenda vivente e un avversario galantuomo” che sarebbe stato salvato dall’ambiente torinese. “L’amore di Napoli è stato tanto forte e autentico quanto, ribadisco, malato“, ha detto.
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#Cabrini choc: ‘Se fosse stato alla #Juve, #Maradona sarebbe ancora vivo. Amore di #Napoli forte, ma malato’ https://t.co/COtDCbGUom pic.twitter.com/XrrPyKYRzk
— calciomercato.com (@cmdotcom) November 27, 2020
Cabrini su Maradona, le parole che fanno infuriare il web
Sono bastati pochi minuti la dichiarazione di Cabrini ha fatto il giro del web scatenando l’ironia e la rabbia dei fan di Maradona, ovviamente napoletani in particolare, che non hanno preso bene quanto detto dall’ex campione del mondo. “Lo abbiamo ucciso noi e non lo sapevamo”, scrive una tifosa su Twitter.
Cabrini è stato avversario di Maradona in mille avventure. Non solo in campionato ma anche con le rispettive nazionali. Erano entrambi in campo quando l’Italia di Bearzot ebbe la meglio su Maradona e compagni nel mondiale di Spagna.
L’episodio noto di quella gara è che il Pibe de Oro uscì dal campo con la maglietta strappata nel tentativo di sfuggire alla stretta marcatura dei calciatori italiani in particolare di Claudio Gentile.
Sulla pagina ufficiale Facebook dell’ex campione italiano l’ultimo post risale al 30 ottobre pubblicato proprio per fare gli auguri a Maradona nel giorno del suo 60esimo compleanno.
Cabrini ha giocato nella Juventus per tredici anni, dal 1976 al 1989. Precedentemente aveva vestito per due stagioni la maglia della Cremonese, la squadra della sua città, e per una quella dell’Atalanta. Dopo la carriera da calciatore, chiusa al Bologna nel 1991, ha intrapreso quella da allenatore. Dal 2012 al 2017 è stato Ct della Nazionale italiana Femminile.
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