Negli Stati Uniti l’ultimo giovedì di novembre è tradizionalmente il Thanksgiving Day, il giorno del Ringraziamento, ed in questo 2020 nel quale ci sono pochi motivi per ringraziare c’è una persona che, invece, di motivi ne ha uno speciale, si tratta di Donald Trump, il presidente sconfitto alla recenti Elezioni USA del 3 novembre che ha ricevuto un inaspettato regalo dalla Pennsylvania. Vediamo il dettaglio.
La notizia è stata diffusa dall’edizione online del “Washington Post” nella notte italiana a cavallo tra il 25 e il 26 novembre. Un giudice statale delegato a certificare il dato elettorale della Pennsylvania ha negato il consenso bloccando cosi la procedura di nomina avviata dal governatore dello Stato, il Democratico Tom Wolfe.
Ricordiamo che la Pennsylvania è uno Stato che elegge ben 20 Grandi Elettori e che Joe Biden si è aggiudicato per intero con 3.459.923 di voti, pari al 50%, contro i 3.378.263 pari al 48,8% di Trump.
Mettiamo subito in chiaro che, ad oggi, questo elemento di fatto non blocca la corsa di Biden alla Sala Ovale della Casa Bianca. Ma la rallenta non di poco e, al tempo stesso, conferma in maniera implicita la bontà della battaglia legale di Trump.
Riavvolgiamo il nastro. Donald Trump, da qualche giorno, ha concesso l’autorizzazione alla transizione dei poteri verso Joe Biden ma non ha ancora riconosciuto ufficialmente la sconfitta. E non lo farà fino all’ultimo giorno utile, il 14 dicembre, il giorno in cui si riuniscono i Grandi Elettori per nominare il Presidente degli Stati Uniti fino al 2024.
Il dato attuale dice che Biden ha dalla sua 306 Grandi Elettori contro i 232 di Trump. La soglia di maggioranza è 270. L’obiettivo di Trump è quello di mettere in discussione fino all’ultimo la legittimità del voto tendando in parallelo colpi di coda legali che possano sottrarre al presidente eletto parte dei numeri per essere eletti.
Con il solo dato della Pennsylvania il candidato Democratico scenderebbe a 286 e sono ancora in ballo controversie legali in Michigan, Georgia, Wisconsin e Arizona. Per non tacere del fatto che Trump può forzare la mano sui governatori Repubblicani di Vermont, New Hampshire, Massachusetts e Maryland al fine di non nominare i delegati al voto di dicembre. “Tutto ciò che chiediamo – ha affermato Rudolph Giuliani, ex Sindaco di New York e capo del team legale della campagna Trump – è di ascoltare i fatti che stiamo presentando e poi valutarli”.
La partita, pertanto, non è ancora formalmente chiusa. Resta la questione politica. Trump afferma da giorni che ci sono stati brogli e una diffusa cattiva gestione delle schede elettorali che ha contaminato il risultato. Un tema che il presidente uscente, da capo dell’opposizione, agiterà durante tutto il mandato di Joe Biden. L’obiettivo immediato è quello di bloccare o quanto meno rallentare la nomina del presidente eletto, quello a lungo termine è candidarsi nel 2024. La corsa è appena cominciata ed è iniziata mangiando il tacchino di Thanksgiving, un tacchino che arriva direttamente dalla Pennsylvania.
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