“Ho speso gran parte dei miei soldi per donne, alcol e automobili, il resto l’ho sperperato” con questa beffarda frase George Best spiegava al mondo, e a se stesso, la volontà di autodistruzione, una volontà che, il 25 novembre 2005, a soli 59 anni, lo ha portato alla morte, la stessa frase e lo stesso percorso si attagliano perfettamente a Diego Armando Maradona che nello stesso giorno di uno dei suoi idoli di infanzia, e con solo un anno di più nel carniere della Vita, ha lasciato la Terra per volare nell’olimpo degli dèi del calcio.
Per spiegare chi erano Best e Maradona dobbiamo fare un passo indietro e tornare ai favolosi anni 60 quando l’irlandese di Belfast sale sul trono del calcio tanto da venire ribattezzato “Il Quinto Beatles”. Tanto da oscurare un altro dio del calcio come Edson Arantes do Nascimiento, meglio noto come Pelè.
Nello scintillante e veloce fuoco che ha caratterizzato la parabola calcistica di George Best registriamo due Premier League, 1965 e 1967, la fantastica vittoria del suo Manchester United nella Coppa dei Campioni, l’antenata dall’attuale Champions League nella finale di Wembley del 1968 e la consacrazione assoluta con l’assegnazione del Pallone d’Oro, sempre nell’anno della “Contestazione”. Il declino dall’apice è stato rapidissimo.
George Best a soli 26 anni era già un ex calciatore minato nel fisico e nella psiche dagli eccessi di alcool e droga. Ha giocato fino a 38 anni in campionati minori come la nascente Soccer League USA e la Scottish League alternando qualche lampo della vecchia classe a miserie umane indicibili. “Nel 1969 ho dato un taglio a donne e alcool – ripeteva Best come un mantra – sono stati i venti minuti peggiori della mia vita”. George Best è morto povero e solo il 25 novembre 2005.
Diego Armando Maradona, da questo punto di vista è stato, forse, più lungimirante. Agli eccessi, assoluti, della sua esistenza terrena ha aggiunto la capacità di non dilapidare per intero la fortuna che la Dea Eupalla gli aveva innestato nel magico piede sinistro. Maradona, inoltre, ha avuto una longevità calcistica maggiore rispetto a quella di George Best. El Diez ha giocato ad alti livelli fino ai 31 anni e ha messo in bacheca trofei impensabili, due scudetti della Serie A e una Coppa Uefa nel Napoli, un club di minor prestigio e minor potenza economica del Manchester di Best e, soprattutto, la Coppa del Mondo Fifa del 1986, con la sua Argentina, giocando praticamente da solo.
Ma la morte lo ha raggiunto comunque troppo presto, il 25 novembre 2020. Già il 2020. Lo stesso giorno del suo idolo di infanzia, George Best: “Era un gran giocatore, più loco di me”. Lo stesso giorno del suo idolo da adulto, Fidel Alejandro Castro Ruz, noto come Fidel Castro: “Era come un secondo padre”. “Nella clinica dove sono – disse un giorno l’ormai ex Pibe De Oro – c’è qualcuno che pensa di essere Napoleone e qualcun altro Robinson Crusoe. Non mi credono quando dico che sono Maradona”. Da oggi gli crederanno tutti.
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