Lucio Battisti sovvenzionava Comitato tricolore: questo il contenuto di una nota dell’Ufficio Affari riservati. Mogol: “Non era vero”
Se negli anni Settanta un cantautore non era impegnato con le canzoni di temi sociali orientati a sinistra, facilmente si veniva etichettati come persona di destra. E il fanatismo – termine che usa anche Mogol – non ha risparmiato neanche Lucio Battisti, uno dei cantautori italiani più amati anche dalle nuove generazioni.
Questa idee lo erano anche dei Servizi segreti che a quanto pare sorvegliavano il cantante. E chissà se la voce Battisti di destra fosse causa o effetto proprio di questo controllo. Planando sopra boschi di braccia tese cantava ne La collina dei ciliegi, facendo pensare al saluto romano delle camice nere.
Rockol.it ha pubblicato una videointervista ad Aldo Giannuli, storico e consulente della magistratura sulle indagini delle stragi in Italia negli Anni di piombo. Al giornalista Michele Bovi racconta che quell’informativa dell’Ufficio Affari riservati del Ministero dell’Interno la trovò lui.
Secondo il documento Battisti finanziava Comitato tricolore, organizzazione che dava assistenza ai fascisti imputati o in carcere. Ma vari elementi fanno pensare che le cose non stia proprio così.
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Lucio Battisti fascista, Mogol: “Erano solo voci, c’era fanatismo politico”
Lucio Battisti, ecco come lo spiavano (e non solo lui…) https://t.co/oC0u246BLb pic.twitter.com/l8KJ0UESWR
— Rockol.it (@rockolpoprock) November 24, 2020
Lo stesso Giannuli non crede molto al Battisti finanziatore dei neifascisti. Diche che note contenenti “balle stratosferiche” ne ha trovate parecchie lui stesso e anche questa aveva “il profumo” di essere tra quelle utili solo agli informatori per ottenere i compensi dal Ministero. Insomma, sarebbe una bugia per ottenere denaro, una fake news prima che esistesse il web.
Ci sono anche le testimonianze di chi Battisti lo conosceva bene che non riescono proprio a vedere il cantante come un neofascista e neanche come un finanziatore. Giannuli racconta che tempo dopo incontrò Bruno Lauzi. Disse allo storico che Battisti non era interessato alla politico, che al massimo votava repubblicano, e che essendo parsimonioso mai avrebbe finanziato un progetto politico.
Stessa tesi sostenuto da Mogol, storico paroliere e coautore. Ieri all’Andkronos aveva affermato anche lui che non era per nulla interessato alla politica e che questa diceria di Battista fascista fu causata dal “fanatismo politico” dell’epoca perché nelle loro canzoni non c’erano tracce di sinistra.
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