Una brutta bufera politica si abbatte, in un momento già molto difficile di suo, sul governo guidato da Giuseppe Conte, il tema è la sanità della Regione Calabria e le nuove dimissioni, quelle di Enrico Gaudio, che arrivano sul tavolo dell’esecutivo, le terze in dieci giorni: un’ecatombe. Vediamo i dettagli.
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Partiamo dai fatti di oggi. In una intervista all’edizione online del quotidiano “La Repubblica” l’ex rettore dell’Università “La Sapienza” di Roma, Enrico Gaudio, ha annunciato che “per motivi personali e familiari” deve rinunciare all’incarico di Commissario ad Acta della Sanità della Regione Calabria. Gaudio ha specificato che i motivi familiari sono in ordine al fatto che la moglie non vuole trasferirsi a Catanzaro, sede dell’ufficio del commissario: “la famiglia è un valore e io devo essere sereno”. Ma da informazioni raccolte dalla redazione di Cronaka 12 il vero motivo delle dimissioni sono le voci di un possibile coinvolgimento in una inchiesta sui concorsi truccati nelle università italiane.
Salta così il terzo commissario per la Sanità della Calabria in meno di dieci giorni. Prima di Enrico Gaudio, infatti, avevano rassegnato le dimissioni Saverio Cotticelli, lo scorso 7 novembre, e il suo sostituto Giuseppe Zuccatelli nominato meno di una settimana fa.
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Incassata la pessima figura la tensione nella maggioranza giallorossa si taglia con il coltello. Sul banco degli imputati il Ministro della Salute, l’esponente della Sinistra del Movimento Democratico Progressista Roberto Speranza, che ha avallato e controfirmato tutte e tre le nomine. Il leader della Lega Matteo Salvini ne ha già chiesto le dimissioni.
Per non tacere del partito di maggioranza in Parlamento, i Cinquestelle, avviluppato in una discussione congressuale degna dei partiti della Prima Repubblica. E’ stato infatti proprio un esponente del Movimento 5 Stelle, l’ex Ministro della Sanità, Giulia Grillo ad aprire le danze di questa brutta vicenda con la nomina di Saverio Cotticelli.
L’ex generale di corpo d’armata dei Carabinieri, in pensione dal 2016, è di fatto il più “colpevole” dei tre commissari dimissionari essendo stato in carica per quasi due anni, dal 2018 al 2020. Due anni durante i quali si è segnalato per la clamorosa e colpevole assenza del Piano per la gestione delle emergenze. L’assenza del Piano è uno dei motivi per cui lo scorso 2 novembre la Calabria è stata dichiarata zona rossa e posta in stato di lockdown.
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