Il libro del ministro Speranza è diventato un caso: ritirato dalla librerie, stasera ci sarà un servizio de Le Iene
“Non c’è”. Quanto volte ci siamo sentiti dire questa frase in libreria alla richiesta di un testo. La stessa risposta la si riceve anche se andassimo a chiedere Perché guariremo, autore: Roberto Speranza. Non un omonimo del ministro della Sanità, ma proprio lui. Il libro è stato pubblicato da Feltrinelli ma poco tempo dopo l’uscita è diventato introvabile.
Non perché abbia venduto 100mila copie in una settimana, ma perché è stato ritirato. Il motivo ufficiale dell’assenza dagli sugli scaffali c’è, ma il mondo politico, giornalistico ed editoriale chiacchiera molto.
Stasera Le Iene, in un servizio di Filippo Roma si occuperanno del caso, chiedendo allo stesso ministro perché. Nell’anteprima diffusa dal programma di Italia 1 Speranza dice che è stato ritirato perché non ha abbastanza tempo per presentarlo. Motivo che sembrerebbe più che valido considerando che è in corso la seconda ondata del Coronavirus, ma non sembra convincere tutti.
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STASERA A LE IENE
Il libro del ministro Speranza ha battuto tutti i record editoriali. In una maniera però molto particolare, come ci racconta Filippo Roma stasera a #LeIene, dalle 21.10 su Italia1 pic.twitter.com/3zWZ7Q74rb— Le Iene (@redazioneiene) November 17, 2020
Libro del ministro Speranza: il commento di Storace
Anche lo staff del ministro ha risposto così alle pressanti richieste di chiarimenti suo motivi del ritiro del libro. Se si cerca il testo sui maggiori siti di vendita online, infatti, c’è scritto che non è disponibile. Ma i pochi che hanno avuto modo di leggerlo non hanno espresso un giudizio positivo.
Il commento di Francesco Storace su Il Tempo è stato pessimo. L’ex governatore del Lazio di Alleanza Nazionale ha scritto che dopo aver letto il libro “ci siamo ammalati di modestia. In quelle pagine c’è una superbia che non ci aspettavamo”.
Mentre dalla casa editrice fanno sapere che quando il peggio sarà passato il libro tornerà in libreria, per Starace il ritiro è dovuto a una necessità politica perché, scritto tra le due ondate, il testo manca di un importante capito sui trasporti e sarebbe troppo assolutorio verso il governo dello stesso autore.
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