Il Presidente in carica degli USA, Donald Trump, non si rassegna alla sconfitta alle elezioni dello scorso 3 novembre e forse ha più di qualche ragione per non farlo, la prova arriva da quanto accaduto nella notte italiana tra il 16 e il 17 novembre nella Contea di Clark in Nevada. Vediamo i dettagli
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Nella Contea dello stato occidentale è accaduto che la commissione elettorale del territorio, oltre due milioni di abitanti, non ha dato il via libera al dato ufficiale. Parliamo di circa un sesto del totale degli elettori del territorio, ben 153.000 voti. I motivi sono quelli che Trump denuncia da giorni. Gravi discrepanze e incertezze nei riscontri. La notizia la rivela con un tweet lo stesso Donald Trump.
Lo Stato del Nevada assegna 6 grandi elettori ed è, al momento, conteggiato come a favore di Joe Biden. Se per via degli errori del conteggio nella Contea di Clark il Nevada venisse dichiarato “non chiuso” il candidato Democratico scenderebbe a 284 grandi elettori. Ricordiamo che ne occorrono 270 per essere eletto Presidente degli USA. Ma non basta, Kelli Ward, chairwoman del Grand Old Party, il Partito Repubblicano, in Arizona ha dichiarato che “this election is far from over”. Lontana dall’essere chiusa. Si perché lo stato del Sud Ovest degli Stati Uniti, oltre che alle Georgia, si è chiuso con un distacco minimo. Rispettivamente 15.000 e 11.000 voti in più per Biden. Questi due stati assegnano complessivamente 27 grandi elettori.
La strategia di Trump a questo punto è chiara. L’obiettivo è quello di “sfilare” a Biden più grandi elettori possibili, o quanto meno di farli definire non assegnati. Se con questa strategia il candidato dei Democratici dovesse scendere sotto i 270 voti non potrebbe essere nominato Presidente. Si verrebbe cosi a determinare uno scenario che non accade dal 1800: nessuno dei due candidati avrebbe la maggioranza. In quel caso per le legge elettorale USA a nominare l’inquilino della Casa Bianca per i prossimi quattro anni sarebbe la Camera dei Rappresentanti. In quell’organismo, come riferisce all’Adnkronos Alan Dershowitz, professore emerito dell’Università di Harward “si voterebbe per delegazioni statali”. E alla Camera dei Rappresentanti la maggioranza è dei Repubblicani di Trump. Un clamoroso ribaltone. Lo scenario è remoto ma non impossibile. La strada che deve percorrere Joe Biden per sedersi nella Sala Ovale è ancora lunga e lastricata di rischi. Ne vedremo di belle.
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