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Covid, studio sui raggi UV: più a rischio chi è carente di vitamina D

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Simone Cadoni

Secondo uno studio italiano le zone meno esposte ai raggi UV sono le più colpite dal virus. La vitamina D potrebbe essere un fattore importante nella lotta al Covid. 

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Uno studio italiano ha rivelato che le regioni del Paese che ricevono meno raggi solari ultravioletti sono quelle più colpite dal coronavirus, sia in termini di contagi che di morti. A condurre l’indagine è stato un team di studiosi coordinato dal professor Giancarlo Isaia dell’Università di Torino e dal ricercatore Henri Diémoz. Lo studio sarà pubblicato sulla rivista “Science of the Total environment”.

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Coronavirus e vitamina D: alla ricerca della correlazione

La vitamina D potrebbe avere un ruolo preventivo e terapeutico importante nella lotta al Covid. Lo studio ha preso in considerazione il fatto che la diffusione dei contagi possa essere favorita da vari fattori, tra cui quello ambientale. Per esempio il grado di intensità dei raggi ultravioletti solari sarebbe stato determinante nelle regioni del Nord Italia, che nel corso della prima ondata sono state anche quelle più colpite dalla pandemia.

Secondo la ricerca, la diversa esposizione ai raggi UV sarebbe in grado di spiegare fino all’83.2% della variazione dei casi di coronavirus del nostro Paese. Nello studio si legge che la radiazione sarebbe in grado di neutralizzare in maniera diretta il Covid e di favorire la sintesi della vitamina D. Essere quotidianamente esposti al Sole potrebbe quindi garantire la diminuzione delle possibilità di infezione e manifestazione del virus.

Del fatto che i raggi solari ultravioletti potessero ricoprire un ruolo decisivo nel contenimento dei contagi, se ne era parlato già a marzo scorso. Lo stesso coordinatore dello studio in questione, il professor Giancarlo Isaia, insieme al collega Enzo Medico, aveva dimostrato l’importanza della vitamina D per il nostro sistema immunitario nel paper intitolato “Possibile ruolo preventivo e terapeutico della vitamina D nella gestione della pandemia da Covid-19”.

Secondo i ricercatori, la vitamina D non rappresenterebbe una cura per il coronavirus ma sarebbe comunque un valido alleato per rafforzare il sistema immunitario. Per questo motivo l’auspicio degli autori dello studio è quello di organizzare vere e proprie campagne di sensibilizzazione sugli effetti sia positivi che negativi dell’esposizione ai raggi UV e sul consumo degli alimenti ricchi di vitamina D.

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