Ecco chi sono i beneficiari e a quanto ammontano i nuovi contributi a fondo perduto del Decreto Ristori Bis.
Per compensare alle ingenti perdite economiche derivate dalle misure restrittive del Dpcm del 3 novembre, il governo è sceso in campo con il Decreto Ristori Bis. Le categorie destinatarie dei contributi sono state ampliate e per alcune di loro è stato incrementato l’ammontare del beneficio a fondo perduto.
Inoltre è stato introdotto un ulteriore contributo a fondo perduto per alcuni soggetti beneficiari che hanno sede o domicilio nelle zone rosse. Chi non ha presentato la domanda dopo il Decreto Rilancio potrà comunque accedere ai nuovi ristori.
Decreto Ristori Bis: agevolazioni e beneficiari
Per ottenere le agevolazioni del Decreto Ristori 1 occorreva rispettare parametri precisi: partita IVA attiva al 25 ottobre 2020, attività identificata con il codice Ateco e una riduzione del fatturato di almeno il 33% ad aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Con le nuove disposizioni del Decreto Bis le attività penalizzate dalle restrizioni potrebbero raggiungere anche il 200% di quanto ricevuto durante il primo lockdown.
Nel dettaglio, è riconosciuto: il 20% della perdita di fatturato per i soggetti con ricavi non superiori a 400.000 euro; il 15% della perdita di fatturato per i soggetti con ricavi tra i 400.000 euro e 1 milione di euro; il 10% per i soggetti con ricavi superiori a 1 milione di euro (il limite dei 5 milioni è stato tolto). Tra i soggetti beneficiari dei contributi sono incluse tutte le attività relative a commercio al dettaglio, bellezza e cura del corpo, tatuaggi e piercing, cura degli animali, altri servizi per la persona e anche i servizi delle agenzie matrimoniali.
Per quanto riguarda le nuove categorie, quelle a cui viene riconosciuta una quota percentuale del 50% sono gli internet point e le attività di ristorazione senza somministrazione con preparazione di cibi d’asporto; quelle a cui viene riconosciuta una quota del 100% sono fotoreporter, lavanderie industriali e corsi di danza; quelle a cui viene riconosciuta una quota del 200% sono i corsi sportivi, le attività delle guide alpine, orti botanici, musei e biblioteche.
Ad alberghi, bar, gelaterie, pasticcerie e servizi simili di ristorazione senza cucina operanti nelle zone rosse, le quote percentuali del contributo sono state innalzate tra il 150 e il 200%. Previsti poi indennizzi anche per le attività che operano nelle zone arancioni. Per gli operatori con sede nei centri commerciali e gli operatori della produzione industriale di alimenti e bevande è previsto un contributo a fondo perduto nel 2021.
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Ipotesi Decreto Ristori Ter
Il governo sta valutando se gli aiuti economici previsti dal Decreto Ristori Bis possano effettivamente essere sufficienti a contribuire al risanamento delle attività e imprese italiane. Al momento l’esecutivo non sembra intenzionato a promuovere un Decreto Ristori Ter, ma l’ipotesi sarebbe comunque sul tavolo in caso di necessità.
A tal riguardo, la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha dichiarato: “Siamo pronti a stanziare altre risorse per eventuali nuovi ristori, anche con un Ristori Ter e, eventualmente, con un nuovo scostamento di bilancio. In questo momento difficile per il Paese tutti saranno aiutati”.