Donatella Di Bona è stata condannata con rito abbreviato per l’omicidio del figlio Gabriel. Attesa la sentenza anche per l’ex compagno Nicola Feroleto.
Donatella Di Bona condannata a 30 anni di reclusione per aver ucciso deliberatamente il figlioletto in piena capacità di intendere e di volere. È questo l’esito definitivo della sentenza per l’omicidio del piccolo Gabriel Feroleto nell’aprile del 2019 a Piedimonte. Il verdetto è stato emesso ieri, giovedì 12 novembre, dal Gup del Tribunale di Cassino, Domenico Di Croce.
La madre del bambino è stata condannata al massimo della pena, come richiesto nella requisitoria dai magistrati e pm Valentina Maisto e Roberto Bulgarini Nomi. Donatella Di Bona ha scelto un rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica e ha assistito al processo per omicidio aggravato in modalità remota dal carcere di Rebibbia.
Il padre di Gabriel ed ex compagno della donna ha invece richiesto il rito ordinario e si attende ancora l’esito della sentenza, che potrebbe essere emessa venerdì 20 novembre. L’uomo è accusato di concorso in omicidio.
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L’omicidio di Gabriel Feroleto: i fatti
Gabriel aveva poco più di due anni e fu ucciso il 17 aprile 2019. Donatella Di Bona e Nicola Feroleto si erano appartati in auto nella campagna di Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone. Insieme a loro portarono anche il bambino, che iniziò a strillare per andare via.
Stanca delle urla, la donna, ventinovenne, fu colta da uno scatto d’ira e uccise il figlio soffocandolo. Inizialmente la madre di Gabriel disse che il bambino era morto in un incidente, investito da un pirata della strada. Nelle ore successive emerse però tutta la verità e Donatella Di Bona confessò l’omicidio.
Nel corso della deposizione la donna ha rivelato di aver afferrato il bambino perché piangeva e voleva tornare dalla nonna: “Siamo scesi dalla macchina, gli ho messo le mani sul viso e lui mi graffiava per respirare. Puntava i piedini per liberarsi. Poi gli ho stretto un calzino attorno al collo”. Il padre di Gabriel, Nicola Feroleto, è accusato di essere rimasto a guardare senza fare nulla per impedire l’uccisione del bambino.
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