Colpo al caporalato. La Guardia di Finanza ha scoperto che la società sfruttava e minacciava oltre 150 extracomunitari impiegati nella costruzione di yacht di lusso.
Maltrattati, costretti a turni massacranti e pagati solo 4 o 5 euro l’ora: è la triste sorte che è toccata a più di 150 extracomunitari, in prevalenza bengalesi, impiegati nei cantieri navali di La Spezia. La Guardia di Finanza del Comando provinciale spezzino ha eseguito questa mattina 8 ordinanze di custodia cautelare di cui 7 in carcere e uno ai domiciliari.
Leggi anche -> Inquinamento, Corte di Giustizia Ue condanna l’Italia per la qualità dell’aria
La Spezia, extracomunitari sfruttati nei cantieri degli yacht
L’operazione delle Fiamme Gialle è scattata durante una serie di controlli in materia di lavoro su una società con oltre 150 dipendenti, attiva in importanti cantieri spezzini che realizzano yacht di lusso. Le indagini – condotte anche attraverso intercettazioni telefoniche – hanno così portato i finanzieri a scoprire episodi continui di sfruttamento e maltrattamenti ai danni di diverse decine di operai bengalesi.
I cittadini extracomunitari – costretti a lavorare per turni lunghissimi e massacranti di circa 14 ore e impiegati in in attività lavorative pesanti e pericolose, come la saldatura, e la verniciatura di imponenti super-yacht – erano sorvegliati a vista dai caporali che li minacciavano e li offendevano continuamente.
La retribuzione prevista era di circa 4 o 5 euro l’ora e nel caso di malattia o infortunio sul lavoro, gli operai non percepivano alcun pagamento ed erano costretti anche a fornire una falsa dichiarazione al personale sanitario del pronto soccorso.
Le indagini delle Fiamme Gialle: 8 arresti
#GDF #LaSpezia: associazione a #delinquere e #caporalato, 8 arresti tra La Spezia ed Ancona. Sfruttati e minacciati oltre 150 #operai bengalesi utilizzati nella costruzione di #yacht di lusso. #Perquisizioni e #sequestri per circa 1 milione di euro.#NoiconVoi pic.twitter.com/HMUJolrBby
— Guardia di Finanza (@GDF) November 10, 2020
Secondo le indagini capillari condotte dalla Guardia di Finanza di La Spezia, tutte le buste paga e i relativi versamenti ad un primo controllo risultavano conformi. Tuttavia, una volta pagate le buste paga con bonifici bancari, i caporali pretendevano, anche con l’uso della violenza e la minaccia della perdita del posto di lavoro, la restituzione in contanti di parte dello stipendio. Il meccanismo era stato studiato da un consulente del lavoro di Ancona che predisponeva false buste paga con il minimo dei contributi previdenziali.
Su proposta della Procura locale, il gip ha disposto la custodia cautelare nei confronti di 8 membri della banda e il sequestro dei beni a loro riconducibili, per un valore di circa 1 milione di euro, tra quote societarie, immobili e autovetture.
Leggi anche -> L’Italia corre verso il lockdown, il 15 la decisione di Conte: ecco quanto durerà