“Padroni di niente” è il titolo del nuovo album di Fiorella Mannoia nato durante la prima ondata di Covid: “Messi in ginocchio da una minuscolo cellula”
Il cd è già disponibile e dal 20 novembre ecco anche il vinile di Padroni di niente, l’ultimo lavoro di Fiorella Mannoia costituito dalle canzoni figlie del lockdow, di quel tempo fermo, sospeso tra tutto e da tutto che abbiamo vissuto in primavera a causa di questo nemico sconosciuto chiamato Covid-19.
Il nome dell’album vuole indicare proprio che in fondo l’uomo dinnanzi a certe cose non può nulla, non è padrone del proprio destino. Le canzoni – anticipate dal singolo Chissà da dove arriva una canzone, scritto da Ultimo – sono “figlie di quel momento, ma con concetti universali senza tempo” ha detto nella conversazione online avuta con Amanda, autrice di Che sia benedetta, la canzone seconda classificata a Sanremo nel 2017.
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Nella conversazione la Mannoia fa riferimento a quando durante il lockdown si parlava di un nuovo Umanesimo, la necessità di rimettere l’uomo al centro. Anche la foto di copertina dell’album va in questa direzione. È un chiaro richiamo al Viandante sul mare di nebbia, olio su tela realizzato nel 1818 da Caspar David Friedrich, manifesto di un’altra grande corrente di pensiero, il Romanticismo, che aveva al centro della propria riflessione proprio i sentimenti dell’uomo.
Sulla copertina di spalle c’è la cantante che anziché guardare il mare osserva una città industriale con tanto di ciminiera. Un’osservazione della società moderna ma con un occhio ai riflessi interiori dell’uomo, a ciò che sente in un’epoca così particolare e ancora di più durante una pandemia.
L’album vuole anche essere un modo per far ripartire un settore molto penalizzato come quello dello spettacolo. A maggio è in programma infatti un tour nei teatri con undici tappe ma “è presto dire come sarà il live”, riporta l’Ansa. Un tentativo per rimettere la macchina con un album che lei stessa definisce “scarno” composto solo da otto pezzi.
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