Torino, ospedale Rivoli: troppi ricoveri, pazienti sistemati a terra sulle barelle da campo

A causa dell’elevato numero di pazienti ricoverati, all’ospedale Rivoli di Torino sono finiti i lettini. “Strutture in fortissima sofferenza”.

(Screenshot video)

Barelle da campo per sopperire alla mancanza di posti letto. L’ultima terribile testimonianza della pressione esercitata sulle strutture sanitarie dalla pandemia Coronavirus arriva da Torino, in particolare dall’ospedale Rivoli. Nella notte, a causa dei numerosi e continui arrivi di pazienti, i posti letto sono finiti e si è dovuto ricorrere all’utilizzo delle lettighe da campo pur di garantire assistenza a tutti. “Una situazione eccezionale. Le strutture sono in fortissima sofferenza” spiegano dalla Asl To3.

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Ospedale Rivoli: letti finiti, si utilizzano barelle da campo

Preoccupano e inorridiscono le immagini che provengono dall’ospedale Rivoli di Torino. Qui, i posti letto sono terminati a causa del continuo aumento di pazienti ricoverati e, pur di garantire soccorso a tutti i malati, si è dovuti ricorrere alle barelle da campo adagiate nei corridoi dell’area “sporca” del Pronto Soccorso, dove vengono cioè accolti i pazienti sospetti di aver contratto il Covid. La situazione all’ospedale Rivoli si è fatta maggiormente critica con la chiusura del Pronto Soccorsi Martini di Torino, di Venaria e di Giaveno.

La denuncia dei sindacati

Dura la denuncia del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che invoca “l’aiuto urgente del governo” per questo ed altri ospedali piemontesi: “Pazienti Covid per terra, percorsi sporchi puliti riadattati dal personale, lavori mai fatti, territorio inesistente e assunzioni che dovevano arrivare prima. Ecco le drammatiche condizioni della sanità piemontese. Non abbiamo più parole” fanno sapere dall’associazione sindacale.

“Una situazione che non doveva capitare – dice invece Claudio Delli Carri segretario regionale Nursing Up, il sindacato degli infermieri italiani -, ci si ritrova in queste situazioni di difficoltà sebbene si sapesse da tempo di questa seconda ondata. Ci si doveva attrezzare e preparare prima, per non finire poi per lasciare dei pazienti sulle barelle”.

Dalla Asl To3, però, chiariscono che “Una situazione eccezionale che ha riguardato un numero limitato di pazienti. Le strutture sono in fortissima sofferenza e i pazienti continuano ad arrivare ma, ribadiamo, che da noi le ambulanze non attendono con i pazienti a bordo e soprattutto non vengono rimandate indietro: è ovvio che possa capitare qualche situazione di disagio, giusto per il tempo di trovare una soluzione”.

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