La pandemia da coronavirus Covid-19 morde con forza sul corpo vivo dell’Italia, i dati di ieri, 4 novembre sono allarmanti, 30.550 nuovi contagi in 24 ore, un totale complessivo di 790.377 persone malate di cui 39.764 decedute, un dato pessimo, probabilmente inevitabile, sicuramente imprevedibile ma che, forse poteva essere o quanto meno attenuato, se il Belpaese si fosse dotato di un Piano Pandemico, ed è su questo tema che il conduttore di “Report”, Sigfrido Ranucci, picchia forte contro il Governo, contro l’Istituto Superiore di Sanità e contro il Comitato tecnico scientifico. Vediamo perché.
Lunedì sera, in prima serata, è andata in onda una puntata molto speciale del programma di inchiesta per eccellenza della televisione italiana: Report. Il tema della puntata era il piano pandemico dell’Italia. Il piano pandemico è una procedura, ne dovrebbe esistere una per ogni scenario di disastro possibile, che mette in fila i passi da effettuare e gli attori da coinvolgere, per salvaguardare la sicurezza dei cittadini in determinate situazioni di rischio.
—>>> La puntata di Report del 2 novembre 2020
Quello che ha rivelato Sigfrido Ranucci è drammatico. L’Italia ha un piano pandemico risalente al 2006, aggiornato, senza studi specifici e con un banale copia e incolla, al 2017. Per non tacere del fatto che, per motivi politici, è stato derubricato e nascosto un documento riservato che prevedeva lo scenario attualmente in atto.
La puntata di Report del 2 novembre è passata troppo sotto silenzio e, per rinnovare le accuse, peraltro circostanziate, Ranucci è intervenuto ai microfoni di Radio Radio all’interno del programma “Un giorno speciale” condotto da Francesco Vergovich. Ecco che cosa ha raccontato. “La puntata in questione – rivela Ranucci – parte da un’inchiesta di marzo 2020″. In quel contesto una drammatica scoperta: “Il piano pandemico dell’Italia era datato 2006”. Ma non solo, nel 2006 era già obsoleto rispetto alle indicazioni dell’OMS che nel 2003 chiedeva di redigerne uno per ogni Stato.
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La scoperta, spiega Ranucci, è della Procura di Bergamo la città più colpita dalla prima ondata di coronavirus. Gli inquirenti orobici, nelle loro indagini hanno individuato, colpe, omissioni e responsabilità. “Una Waterloo della sanità italiana”, la definisce Ranucci. Ma non solo. Il giornalista rivela che il piano ha tre versioni, 2006, 2010 e 2017 tutte prodotte con maldestri copia e incolla. Inquietante il passaggio del piano del 2017 in cui si evidenzia che vanno fatte “scorte di medicinali e di prodotti alimentari entro il 2006”.
Quanto alle responsabilità Ranucci non si nasconde: “a capo di tutto c’erano sempre i due Direttori Generali del Ministero della Salute, Ranieri Guerra e Claudio D’Amario”. Ma la questione più imbarazzante è quello che Ranucci rivela in diretta a Radio Radio. Il conduttore di Report informa che a febbraio 2020 sul tavolo del Governo, del CTS, dell’ISS e delle direzioni del Ministero della Salute è arrivato uno studio di Stefano Merler, della Fondazione Kessler. In quello studio, simulando per l’Italia le modalità di diffusione del contagio avvenute in Cina, Merler aveva indicato una forbice di decessi possibili tra le 35.000 e le 70.000 persone. “Lo studio è stato declassato a scenario – accusa Ranucci – e rimesso in un cassetto. Era troppo imbarazzante”.
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