La vicenda giudiziaria di Antonino Speziale: chi è il giovane in carcere per la morte di Filippo Raciti, colpevole o innocente, molti lo difendono.
Non versa in buone condizioni di salute il giovane Antonino Speziale, che sconta 8 anni e 8 mesi per l’omicidio dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti negli scontri in occasione di Catania-Palermo nel 2007. Il suo legale continua a chiedere i domiciliari. Ma chi è questo ragazzo, di cosa venne accusato a suo tempo, quando è stato arrestato e quanto manca alla fine della sua pena? Partiamo dall’inizio: il 2 febbraio 2007, Catania venne presa d’assalto dai proprio tifosi che scatenarono la guerriglia in città prima del derby contro il Palermo.
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A margine di quegli scontri, muore l’ispettore capo della polizia di Stato, Filippo Raciti: la notizia della sua morte arriva verso le 22 di quella stessa sera. Secondo quanto ricostruito, sarebbe stato colpito con estrema violenza da un oggetto contundente all’altezza del fegato. Vano fu il ricovero immediato all’Ospedale “Garibaldi”: il poliziotto morì poco dopo. Nato nel 1967, aveva 40 anni all’epoca dei fatti e da oltre 20 era in polizia. Impegnato nel sociale, viveva con la moglie Marisa Grasso e con i figli Fabiana di 15 anni e Alessio di 8.
Della sua morte venne incriminato Antonino Speziale, che all’epoca dei fatti aveva solo 17 anni, iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario in concorso l’8 febbraio. Con lui, dopo qualche tempo viene accusato di omicidio anche Daniele Micale. Per entrambi, il 14 novembre 2012 arriva la sentenza definitiva: sarebbero stati loro a uccidere Filippo Raciti. Una tesi alla quale non credono gli ultrà, né le famiglie dei due giovani. Pesano poi le dichiarazioni di un pentito, che ha a lungo parlato delle infiltrazioni nelle violenze di personaggi di spicco dell’estrema destra locale.
Comunque siano andate le cose, Antonino Speziale ha di fatto scontato la sua pena in carcere, ma le sue condizioni di salute sono gravi. Il suo legale, l’avvocato Giuseppe Lipera, proprio ieri sottolineava: “Ormai, sfido chiunque a dimostrarmi il contrario: Antonino Speziale è vittima consacrata della giustizia italiana”. Appena una decina di giorni prima insisteva: “Non capisco perché gli venga negata la detenzione domiciliare visto il poco tempo che rimane, non considerando che oggi l’uomo, non più ragazzo, versa in stato di salute precario”.
Roberto Speziale, il padre di Antonino, a maggio scorso, ha sostenuto l’innocenza del figlio in un’intervista, dimostrando le incongruenze delle indagini. Quindi ha chiosato: “Ovunque la gente mi dice ‘mi dispiace per suo figlio’. Ma la giustizia, la verità non esiste. Nessuno si interroga su come mai la situazione di mio figlio si è evoluta così. Non interessa a nessuno. E io sono solo a combattere contro i mulini a vento”. Il padre del tifoso in carcere per la morte di Filippo Raciti chiama in causa anche la vedova dell’ispettore di polizia, sostenendo che anche lei conosca la verità sulla morte del marito. Una verità che ritiene sia diversa da quella processuale.
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