Rinomato attore italiano, Andrea Aprea ha ottenuto la notorietà grazie alla serie Boris. Chi è l’attore romano: vita, carriera e curiosità.
Classe 1968, l’attore romano, prima di ottenere il successo televisivo, si è diplomato in recitazione al Conservatorio Teatrale Giovan Battista Diotajuti e ha poi proseguito gli studi presso l’Università La Sapienza, prendendo una laurea in Storia del cinema.
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Dopo gli studi, Valerio Aprea inizia la sua carriera da attore negli anni Novanta, dapprima a teatro e poi, a partire dal 1998, debutta al cinema recitando per registi importanti come Daniele Pecci, Claudio Insegno, Pino Quartullo e Gigi Proietti.
Grazie ai suoi ruoli in film come Piccole anime (1998), Eccomi qua (2003), Non prendere impegni stasera (2006), Ho voglia di te (2007), l’attore accresce la sua notorietà. La serie Boris lo consacra definitivamente e lancia maggiormente la sua carriera.
Ha poi preso parte in lungometraggi come Nessuno mi può giudicare (2011), con Paola Cortellesi e Raoul Bova e alla saga di Smetto quando voglio. Nella trilogia, diretta da Sidney Sibilia, Valerio Aprea interpreta il ruolo di Mattia Argeri, un latinista ridottosi a fare il benzinaio: l’interpretazione gli vale la nomination come miglior attore non protagonista al premio David Di Donatello.
Alla carriera cinematografica Aprea ha sempre alternato anche quella televisiva in cui debutta con la serie Ho sposato un calciatore (2005). Sul piccolo schermo ha poi fatto la sua comparsa ne Il maresciallo Rocca (2005), Buttafuori (2006), Tutti pazzi per amore 2 (2010) e Dov’è Mario? (2016).
Valerio Aprea è stato uno degli amici e collaboratori più fedeli dello sceneggiatore Mattia Torre, morto prematuramente lo scorso anno a causa di un cancro. Di lui, l’attore romano ha detto: “era un buon maestro, sapeva spiegare bene le cose. Era unico per la qualità della sua forma di intelligenza e questo si traduceva nella scrittura e nella vita. E’ la persona che più mi ha condizionato, accresciuto, arricchito, formato, modificato. Anche solo a livello lessicale. Il lessico quotidiano abituale di Mattia è un marchio di fabbrica che non ho più incontrato. Era portatore di una forma di raffinatezza mentale, senza pari”.
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