Un vecchio adagio dice che “tutti i nodi vengono al pettine” e, come spesso accade, i vecchi adagi dicono il vero, l’ultimo caso della serie è quello sull’uso del MES per il quale la maggioranza giallorossa, M5S e PD, che sostiene il governo di Giuseppe Conte è divisa in maniera netta e su tutto. Vediamo i dettagli
Un breve ripasso su cosa è il MES, acronimo di Meccanismo europeo di stabilità, meglio conosciuto come Fondo salva-Stati. Nella pratica è un “prestito”, formalmente inserito nell’architettura di funzionamento dell’Unione Europea, soggetto però, come tutti i prestiti, a stringenti condizioni economiche.
Ritornando alla questione politica sottolineiamo che Pd e M5S sono stati per quasi un decennio fierissimi avversari. Poi, con la scelta di Salvini di uscire dal primo governo Conte, si sono trovati, per forza o per convinzione, a governare insieme. Ma essere antitetici politicamente e trovare ogni giorno la sintesi sulle cose da fare è complicatissimo. Soprattutto se le scelte si intrecciano con la drammatica pandemia da coronavirus Covid-19 che in questo 2020 ha ribaltato tutti gli scenari e i rapporti di forza. In questo contesto il ricorso o meno al MES diventa un nodo decisivo per andare avanti insieme. Ieri c’è stato un fatto illuminante per descrivere lo stato dei rapporti tra gli alleati.
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E’ successo che la delegazione del Movimento Cinque Stelle al Parlamento Europeo ha votato, in maniera compatta, contro la relazione sulle politiche economiche dell’area euro per il 2020. In quella relazione si consiglia, con molta nettezza, il ricorso al MES come supporto decisivo nelle crisi sanitarie come quelle del Covid, il “Pandemic Crisis Support”. “L’Italia – ha chiarito l’eurodeputato grillino Pedicini – non ha bisogno di questo strumento”.
Apriti cielo. Non passano che pochi minuti e, a stretto giro di posta, arriva la durissima bacchettata del ministro dell’economia, il democratico Roberto Gualtieri: “Sono favorevole al Mes”, ha detto il titolare del dicastero. “Il beneficio per l’Italia – sottolinea Gualtieri – sono 300milioni all’anno di interessi, non sono 37 miliardi aggiuntivi”. Da sottolineare che Gualtieri è molto vicino a Zingaretti. Nono passa nemmeno un’ora e su Facebook interviene il ministro degli esteri e candidato premier del M5S Luigi Di Maio: “I 37 miliardi del MES – scrive il capo della diplomazia italiana – non sono una borsa piena di soldi che ci stanno regalando” e ancora “perché correre ulteriori rischi finanziari per soli 300 milioni?”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il premier Conte che nella conferenza stampa di presentazione della manovra fiscale è stato altrettanto netto: “Il MES non è la panacea di tutti i mali, ci sarebbero nuove tasse e nuovi tagli”. A scaldare, in maniera definitiva la situazione e a mettere seriamente a rischio la tenuta del governo una chat whatsapp dei Deputati del Partito Democratico. Nella chat, alla quale la Redazione di Cronaka12, ha potuto avere accesso nella quale si legge, a chiare lettere, che: “Il Paese una ‘Dibattistizzazione’ di Conte non la regge”. Fuoco alle polveri
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