Nonostante i giudici avessero deciso che Leonardo, 3 anni e mezzo, dovesse stare con la madre, a febbraio il piccolo è stato sottratto e portato in Turchia dal padre.
Nonostante le autorità turche abbiano tutti i documenti necessari per far rimpatriare il bambino, ad oggi la vicenda giudiziaria sembra ancora senza fine. La mamma di Leonardo, Ilaria Sassone, ha deciso così di scrivere una lettera disperata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Presidente, se sono arrivata a scriverle è perché veramente non so più cosa fare e a chi chiedere aiuto. La prego aiuti me e mio figlio“.
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Una vicenda complicata e che non sembra volersi risolvere. La 31enne Ilaria Sassone, di Novellara, in provincia di Reggio Emila, non vede suo figlio Leonardo, di 3 anni e mezzo, da febbraio. Il piccolo è stato portato via dal padre Demir in Turchia. In una sentenza del 27 gennaio scorso emessa dal Tribunale di Firenze, città in cui la coppia viveva, il piccolo era stato affidato alla madre ma l’uomo, un cittadino tedesco di origini turche, era comunque riuscito a sottrarre il minore e a portarlo con sé nel suo paese di origine.
L’ex compagno è stato denunciato per sottrazione di minore e il tribunale di Firenze gli ha sospeso la potestà genitoriale per un anno in attesa della sentenza. Nel frattempo la mamma di Leonardo, davanti ai giudici turchi sta cercando di far valere la convenzione dell’Aja ed è in attesa.
La vicenda è seguita dall’avvocata di Ilaria, Giovanna Fava, e in Turchia dalle colleghe Turan e Emmy Di Gioia. Il caso ha suscitato anche l’interessamento del console italiano Valerio Giorgio a Izmir, ma nonostante gli sforzi giudiziari la situazione stenta ancora a sbloccarsi.
Il 16 luglio 2020 la giovane madre aveva potuto riabbracciare il piccolo Leonardo con cui, fino ad allora, aveva avuto solo contatti telefonici. Grazie all’assistenza delle avvocate Emmy di Gioia e Turan e il giudice che si occupa del rimpatrio di Leonardo, Ilaria era partita per Urla, vicino Smirne, dove l’uomo si trovava col figlio. “Ho dovuto riaccompagnare Leo dal padre il giovedì successivo, come stabilito dal provvedimento del giudice. Ma nonostante ed ancora una volta io abbia rispettato le regole, così non è stato poi per il padre che, una volta riavuto il bambino, ha nuovamente bloccato i contatti cercando di distruggere il mio ritrovato contatto con Leo, già minato da mesi di lontananza” ha spiegato la donna.
Una vicenda triste che non è iniziata con il rapimento del piccolo Leo. Scavando a fondo, infatti, si scopre che quella di Ilaria Sassone è una storia fatta anche di denunce per abusi e violenze psicologiche. Il padre, scrive la donna nella missiva indirizzata al Quirinale, “considera me e il figlio una sua proprietà. Il mio è un tema purtroppo ricorrente nel nostro Paese: le donne vengono da sempre invitate a denunciare i soprusi subiti e costantemente mai ascoltate”.
Nel 2017 Ilaria aveva infatti denunciato il compagno Demir per maltrattamenti. La sua denuncia, però, era stata archiviata come una banale lite domestica. Poco dopo però, ricorda Sassone nella lettera a Mattarella, “i Servizi Sociali di Reggello – il paese in provincia di Firenze – verificheranno che il padre parla con il bambino in tedesco e in turco e che la casa non ha neppure un armadio dove riporre le cose del bambino”.
La relazione dei Servizi Sociali metterà in luce le criticità della situazione paterna e spingerà il tribunale a rivedere la sua decisione. A fine gennaio scorso, arriva il decreto definitivo che stabilisce che il bimbo deve stare con la madre. Ma arriva troppo tardi perché Demir è già scappato in Turchia con suo figlio.
I 7 mesi di ricerche e di atti legali non hanno prodotto, però, ancora risultati soddisfacenti. Disperata, la giovane madre ha deciso così di chiedere aiuto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In una lettera, inviata anche alla senatrice Valeria Valente presidente della commissione sul femminicidio, la donna invoca un interessamento da parte del Quirinale nei confronti della sua vicenda.
“Dopo tutti questi mesi e dopo tutti i documenti prodotti, l’autorità centrale turca ha tutto quello che serve per decidere il rientro del bambino in Italia. Presidente, se sono arrivata a scriverLe è perché veramente non so più cosa fare e a chi chiedere aiuto. La prego, come Presidente di tutti i cittadini italiani e quindi anche mio e di mio figlio Leonardo, di fare tutto il possibile perché la situazione si sblocchi e Leonardo mi sia restituito”.
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