La tregua è finita andate in pace, si potrebbe riassumere cosi, in maniera caustica, quello che sta per accadere ai contribuenti italiani che, dopo la moratoria di marzo 2020, quando all’avvio dell’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus Covid-19 fu congelato l’invio delle cartelle esattoriali, stanno per vedersi recapitare nove milioni di pezzi delle temute lettere. Vediamo il dettaglio.
La moratoria, come i prodotti da banco, aveva una scadenza 15 ottobre 2020 ma purtroppo nessuno, nonostante il protrarsi dell’emergenza sanitaria fino al 31 gennaio 2021, per non tacere dell’emergenza economica, si è premunito di evitare il precipitare della situazione. Ed è così che da stamattina sono in partenza quasi dieci milioni di lettere contenenti le cartelle di cui circa quattro milioni distribuite tra Campania, Lazio e Lombardia le tre regioni che in questo momento soffrono la situazione peggiore in termini di contagi.
Dall’Agenzia delle Entrate si affrettano a far sapere che prima di sette mesi il sistema non tornerà ad essere allineato allo stato effettivo dei pagamenti e per questo si consiglia di richiedere in ogni caso la rateizzazione del pagamento richiesto. Rateizzazione che con il Decreto Agosto permette di saltare dieci rate anziché cinque per non perdere il beneficio ricevuto. Sparge serenità e minimizza anche il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: “Abbiamo chiesto un invio graduale delle cartelle”. Ma la sostanza non cambia. Lentamente o velocemente che sia la temute buste inizieranno a partire cosi come saranno di nuovo attivi gli atti esecutivi, i fermi amministrativi e le iscrizioni di ipoteca.
Non tardano ad arrivare le reazioni della politica a cominciare dal leader del partito di maggioranza relativa nel Paese, Matteo Salvini, il quale ha organizzato un sit-in davanti alla sede dell’Agenzia delle Entrate di Roma e ha chiesto a chiare lettere che “si fermi l’invio di milioni di cartelle esattoriali”. Salvini rincara: “non sono indirizzate a delinquenti ma a persone che non riescono a pagare anche per colpa della crisi sanitaria”. Ma oltre alla protesta arriva la proposta: “La Lega – spiega Salvini – chiede saldo e stralcio. Si paga il 15% del dovuto e si ricomincia a vivere e lavorare”. Sposa la proposta, anche se non ufficialmente per motivi istituzionali, Confcommercio che propone di posticipare almeno al termine dell’emergenza sanitaria la richiesta di pagamenti.
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