Mentre da un lato il Ministro dell’Innovazione del Governo Conte, Paola Pisano, si affretta ed esaltare l’utilità e la quantità di download dell’applicazione per il tracciamento del contagio del coronavirus Covid-19 Immuni dall’altro lato scoppia una fragorosa polemica sul fatto che le ASL non registrano in maniera corretta i dati rendendo di fatto inefficace il funzionamento dell’app stessa. E il flop è dietro l’angolo. Vediamo perché.
Partiamo dai numeri. Ad oggi, dati delle mezzanotte del 14 ottobre 2020, sono 8.605.896 i download effettuati della app Immuni. Non sono noti i dati di quanti dopo averla scaricata l’hanno cancellata. Al momento sono 10.060 le notifiche inviate ai cellulari degli utenti che l’hanno scaricata mentre sono “solo” 567 le segnalazioni di positività al coronavirus effettuate dal sistema di tracciamento. L’applicazione, dal prossimo 19 ottobre, avendo raggiunto la soglia del 16% della popolazione maggiore di 14 anni di età, la soglia necessaria per renderla utile a contribuire alla riduzione del contagio, agirà in regime di interoperabilità con le “sorelle” europee. Le app simili a Immuni messe in circolazione in Germania, Inghilterra e Belgio.
Tutto bello, tutto positivo ma c’è un ma. Come riferisce l’edizione oggi in edicola del quotidiano “Il Giornale” al grande senso civico mostrato dagli italiani non corrisponde, al momento, un altrettanto senso del dovere da parte di chi deve riempire i server di Immuni con i dati puntuali. La notizia la rivela la stessa Bending Spoons, la società che ha approntato l’app, la quale all’atto di informare di aver “completato il proprio lavoro” rende noto che in Veneto non esiste una procedura per l’utilizzo dei codici di tracciamento generati da Immuni. Apriti Cielo. Parte una ricerca a tappeto e ci si rende conto che Immuni, pur essendo online da mesi, non ha ancora l’ingranaggio completamente funzionante. Ed essendo decisivo che tutte le ruote del meccanismo si incastrino a vicenda basta farne saltare alcune per mettere a rischio tutto il processo.
La Regione Veneto è corsa in fretta e furia ai ripari ed entro la settimana sarà allineata alle esigenze. Ma sono diverse le testimonianze, da Ancona a Roma, da Bitonto a Sassari passando per Gavorrano e San Mauro di Romagna che segnalano l’assenza in varie ASL della procedura per la lettura del codice inviato da Immuni all’utente. In sostanza accade che il bravo cittadino, che ha scaricato l’App e riceve il messaggio di essere entrato in contatto con una persona positiva al tampone, non riesce a sapere con certezza e prontezza come si deve comportare. In questo modo Immuni diventa poco efficace ma non per sue colpe o per un mancato funzionamento, semplicemente perché in Italia esiste un virus ancora peggiore del Covid-19, la disorganizzazione.
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