Amelia, Maria Chiara Previtali è morta per una dose da venti euro
Maria Chiara Previtali è morta per una dose dal valore commerciale di venti euro, lo rivela, con dovizia di particolari, l’edizione oggi in edicola del quotidiano “La Repubblica”, giornale che è entrato in contatto telefonico con Francesco Gnucci, il fidanzato 21enne della ragazza, anch’egli di Amelia, che, secondo i riscontri ha preparato alla giovane la dose letale. Vediamo i dettagli.
Le parole del fidanzato di Maria Chiara Previtali
Il ragazzo, tossicodipendente conclamato, è uscito dalla casa dove è stata trovata morta Maria Chiara in Via Rimembranze, zona della prima periferia di Amelia, “in pigiama e a piedi nudi” sottratto a stento dal tentativo di linciaggio dei vicini. Gnucci ha dovuto lasciare la città in provincia di Terni con tutta la famiglia. La sua posizione è molto grave. Sarà accusato di omicidio preterintenzionale e omissione di soccorso. Ma non scansa le proprie responsabilità. “Non ho nulla da nascondere – dice al telefono al cronista del quotidiano romano – Mi voglio difendere”. Come detto è un tossicodipendente e non lo nasconde: “È vero che faccio uso di sostanze stupefacenti ed è vero che quella dose di eroina a Maria Chiara l’ho fatta io“. E poi, come un macigno, un colpo forte allo stomaco la frase che secondo il suo fragile punto di vista dovrebbe scagionarlo: “Aveva voglia di provare – dice con voce concitata – l’ha voluto fare e io l’ho assecondata. Se non lo faceva con me l’avrebbe fatto con qualcun altro”.
Una dose letale da venti euro
Francesco Gnucci entra poi nel dettagli di quanto accaduto nella notte tra sabato 10 e domenica 11 ottobre. “Voglio sapere come è morta la mia ragazza – ne parla come se fosse ancora in Vita – ho preso quella stessa roba e non mi è successo niente”. Racconta di aver comprato la dose per una cifra di 20 euro. Tanto è costata la morte di Maria Chiara. Ha diviso l’eroina in due parti una piccola e una grande. Poi i due giovani sono andati a Roma per festeggiare i 18 anni della ragazza e nella Capitale hanno utilizzato la prima. Tornati ad Amelia i due si sono divisi. Maria Chiara aveva organizzato un aperitivo con le amiche, aperitivo al quale era apparsa già fuori forma, fuori giri. Poi una birra al pub e il rientro nella casa di Via Rimembranza dove Gnucci concede a Maria Chiara la seconda dose. E’ quella fatale. La ragazza si sente male ma il fidanzato non è lucido, “è fatto” e non riesce a rendersi conto di quanto sta accadendo. Non chiama i soccorsi. “La notte aveva il respiro pesante, russava – dice al telefono – ma era normale”. “La mattina verso le 9 quando era bianca” sostiene con nettezza. “Io non lo so se era viva – conclude il tragico racconto Gnucci – E poi ho chiamato il 118…”. Non era viva purtroppo, Maria Chiara Previtali già da un’ora aveva cessato di vivere.
Le indagini
La palla ora passa agli inquirenti guidati dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Terni Alberto Liguori: “Non possiamo permetterci di sbagliare – ribadisce quanto detto nella prima conferenza stampa – perché faremmo un secondo danno”. Si riferisce al caso di Flavio Presuttari e Gianluca Alonzi di 16 e 15 anni morti a luglio sempre per overdose. “Dovremmo bussare alle porte di chi ha ceduto e di chi ha preparato questo pacco regalo – intima Liguori – per fargli lo stesso regalo, assicurandolo alla giustizia”. Un’intera provincia, forse un’intera regione, non aspettano altro.
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