In manette sono finiti per corruzione 2 dipendenti della Motorizzazione Civile di Ferrara e il titolare di un’agenzia pratiche auto. Ai domiciliari invece 4 imprenditori. Gli indagati sono in totale 216.
La voce che nella città estense bastasse pagare qualche centinaia di euro per superare i controlli era giunta anche fuori dai confini regionali, cosicché nella città di Ferrara giungevano mezzi da tutta Italia. Un sistema scardinato grazie all’operazione “Ghost inspections” coordinata dalla Procura di Ferrara.
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7 arresti e 216 indagati. Sono questi gli esiti dell’operazione “Ghost inspections” coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Ferrara, Andrea Maggioni, e condotta insieme agli uomini della Polizia Stradale e della Compagnia Guardia di Finanza della città estense.
Un’inchiesta scattata dopo alcuni controlli mirati su strada da parte degli agenti della Polizia Stradale e dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Ferrara e basata su una serie di testimonianze, intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che sulle immagini provenienti dalle telecamere istallate presso la sede della Motorizzazione Civile.
2 dipendenti della Motorizzazione Civile di Ferrara e il titolare di un’agenzia di pratiche auto del capoluogo, che risulterebbe essere l’intermediario, sono finiti in carcere su disposizione del Gip Vartan Giacomelli. Gli arresti domiciliari sono toccati, invece, a 4 imprenditori attivi nel settore del trasporto merci provenienti tutti dalla provincia di Ferrara, Bologna e Rovigo. Complessivamente, comunque, sono 216 le persone iscritte nel registro degli indagati per i reati di corruzione, falso e abuso di ufficio.
Sotto il mirino della Guardia di Finanza e della Polstrada di Ferrara sono finiti 358 mezzi pesanti che non sarebbero mai transitati per le linee di controllo della revisione. Per questi veicoli non è stato concesso il sequestro preventivo, ma è stato comunque effettuato il sequestro probatorio dei tagliandi. Altri 270, invece, i veicoli che, indipendentemente dagli accertamenti, saranno segnalati per la revisione straordinaria.
Il sistema, ormai scoperto, era ormai noto anche alle ditte di autotrasporto fuori dall’Emilia-Romagna. Grazie alle riprese video effettuate dagli inquirenti, infatti, è stato possibile appurare che alla Motorizzazione Civile di Ferrara giungevano automezzi provenienti da tutta Italia certi che, con alcune centinaia di euro (fino a 350 secondo gli investigatori), era possibile “comprare” le verifiche per coprire inefficienze di vario tipo: meccaniche, elettriche, freni malridotti, pneumatici usurati, sistemi di illuminazione danneggiati.
Secondo gli investigatori, inoltre, il denaro consegnato alla Motorizzazione in classiche “bustarelle”, serviva anche per altri tipi di favori, come anticipare o posticipare di diverse settimane la prenotazione della revisione.
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