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Politica

Caos Procure, la reazione di Palamara alla radiazione: “Pago io per tutti”

Published by
Giovanni Cardarello

Dopo la radiazione Palamara interviene in diretta a Radio Radicale

Dopo due ore di camera di consiglio è arrivata, nella tarda mattina di oggi, 9 ottobre, la sentenza della sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura, il CSM, nel procedimento a carico del giudice Palamara. Anzi ex giudice perché la sentenza è quella di “rimozione dall’ordine giudiziario”. Palamara è fuori dalla magistratura.

Le accuse all’ex giudice

Le accuse di cui Palamara era oggetto sono in ordine ad un “comportamento gravemente scorretto nell’esercizio delle funzioni”. Il processo si è sviluppato in base alle registrazioni ambientali, captate attraverso l’azione di un trojan. Il trojan è un software, tecnicamente un malware, attraverso il quale si possono installare programmi e app a insaputa del titolare dello strumento informatico. Sia esso un pc o uno smartphone. Nello specifico la “cimice” presente nel telefono del giudice Palamara ha permesso di captare le conversazioni, avvenute la notte del 9 maggio 2019, in una cena privata all’interno dell’Hotel Champagne di Roma. Alla cena erano presenti cinque magistrati, all’epoca tutti membri del Csm, e due politici Lotti del Partito Democratico e Ferri di Italia Viva. Nel corso della cena sono state discusse le nomini dei vertici di diverse procure tra cui quella di Roma a cui Palamara aspirava per il ruolo di sostituto.

La conferenza stampa nella sede del Partito Radicale

La reazione di Palamara alla radiazione non si è fatta attendere e, l’ormai ex magistrato, ha deciso di metterla in atto contrattaccando. Lo ha fatto nel corso di una conferenza stampa convocata presso la sede del Partito Radicale. Partito al quale, da oggi, aderisce come libero cittadino andando a collaborare con la Commissione Giustizia del soggetto politico. A introdurre la conferenza stampa il segretario del PR, Maurizio Turco, il quale ha sottolineato come Palamara, a suo avviso, funge da “capro espiatorio per non intaccare gli attuali rapporti tra Politica e Magistratura”. Ma ecco nel dettaglio le parole di Palamara.

Le parole di Palamara

Partito Radicale “Porterò sempre la toga nel cuoreesordisce Palamarai valori che mi hanno portato a entrare in Magistratura e ai quali mi sono sempre ispirato. La giustizia giusta, l’equità e il senso civico. Li metto a disposizione della collettività e del Partito Radicale e accolgo, con entusiasmo, la proposta di aderire ad uno dei temi storici perseguiti. Al di la delle posizioni diverse sulle quali ci siamo trovati a volte. Ma ci confronteremo. Sono stato espulso oggi dalla magistratura ma i miei legali ricorreranno sia alle Sezioni Riunite che alla Corte europea di Diritti dell’Uomo

Cade l’accusa di corruzione “23 anni di carriera in magistratura e di autonomia sono stati messi in discussione per una cena. Non ho mai fatto accordi con nessun parlamentare affinché qualche pm potesse accomodare processi. L’accusa di corruzione da Gela è caduta per ammissione degli stessi inquirenti”

Le correntiIl dominio delle correnti nella magistratura c’è. Il mio contributo, da oggi, sarà quello di rivisitare i rapporti tra politica e magistratura negli ultimi 20 anni. Anni nei quali ho svolto un ruolo da protagonista. Quanto le nomine fatte hanno inciso nei processi”

Capro espiatorio “Pago io per tutti, per un sistema che non funziona, per un sistema obsoleto e superato”

Rapporti e accordi. “Io i politici li ho frequentati nel corso della mia attività. Per me il relazionarmi alla politica è funzionale alle soluzione delle problematiche che dovevo affrontare. Non ho mai barattato la mia funzione per fare accordi. Soprattutto nel caso come quello dell’Hotel Champagne dove ho incontrato esponenti che erano minoranza di un partito di minoranza. Ho avuto interlocuzioni con più persone della politica. Serve per chiudere gli accordi. Si chiamano cosi perché riguardano più persone che vanno messe a fattor comune. Il sistema delle correnti funziona così e domina da 40 anni. Con critici e sostenitori. Sistema che penalizza i non iscritti”

Le scoperte del trojan “Il trojan nel mio cellulare non ha scoperto una corruzione ma gli accordi tra due correnti Unità per la Costituzione e Magistratura indipendente. Non riferisce quello che è successo con gli altri gruppi. Si può discutere sull’opportunità degli incontri ma fotografano la realtà dei fatti”

Le domande e le risposte

Incontri. “Non sono qui per fare accuse sono per circostanziare i fatti e il mio ruolo. Le cariche che ho ricoperto sono rappresentative e obbligano a parlare con la politica sia maggioranza che opposizione. Sulle nomine e sul funzionamento della Giustizia. Rapporti istituzionali. In ogni caso indicherò con riscontri chi ho avuto modo di incontrare. Non sarò generico”.

Precipita da solo. “Debbo difendermi su un perimetro di accuse dal quale non sono potuto uscire. Però devo spiegare cosa è accaduto e perché devo contestualizzare. Sono state pubblicate chat perché il mio telefono è stato sequestrato. La pubblicazione ha dato fastidio all’interno della Magistratura perché fornisce un’immagine di quelli che sono i sistemi correntizi. E mi duole essere stato definito con epiteti da colleghi perché ho assunto una difesa che non dovevo assumere. C’è uno spaccato di quella che era la Magistratura e come avvenivano le nomine privilegiando persone legate alle correnti ma spesso non meritevoli. Nel CSM i segretari di corrente entravano le indicazioni sui propri membri da sostenere sul perché una persona doveva ricoprire una carica rispetto ad altri. Esiste una Magistratura silenziosa che non viene allo scoperto

Il processo di Perugia “Ho massimo rispetto per la magistratura di Perugia e in quella sede con il massimo rispetto mi difenderò. La corruzione rispetto a Gela è caduta e questo mi da la forza per andare avanti”.

—>>> Leggi anche Violenza sessuale, pena ridotta allo stupratore: “La vittima lo tradiva”

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