La vittoria a tavolino della Juventus sul Napoli, cosa succede ora: rischi e ricorsi, parlano Spadafora e Speranza, cosa accade all’estero.
Il caso Juventus-Napoli, con i partenopei che non vanno a Torino e di fatto perdono a tavolino, affidandosi così al ricorso per provare a raddrizzare la situazione, rischia di innescare un effetto domino. E di bloccare subito il campionato di calcio. La curva dei contagi in rialzo e la possibilità che nuovi positivi al tampone escano come funghi in Serie A sta facendo rivedere molte cose. Ancora è presto per dirlo, anche se l’antipasto di quello che potrebbe accadere lo ha dato ieri il ministro Spadafora.
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“La vicenda Juventus Napoli ci impone ancora una volta un richiamo all’attenzione e alla prudenza di cui il Paese ha bisogno in un momento tanto delicato ed incerto”, scrive in una nota il responsabile del dicastero dello Sport. Quindi aggiunge: “Il protocollo proposto dalla FIGC e validato dal CTS ha provato a mettere in sicurezza il calcio italiano per consentire la ripartenza da tutti auspicata”. C’è però a quanto pare un problema, come dimostra il caso Genoa, in attesa di capire come andrà a finire coi calciatori del Napoli, dove i contagi potrebbero salire.
Infatti Spadafora aggiunge: “È evidente però che la situazione generale sia divenuta nelle ultime settimane ancor più complessa, tanto da non lasciare immune neppure il mondo del calcio nonostante le rigide regole adottate”. Per tale ragione, “alle Autorità sanitarie locali è demandata una chiara responsabilità e una precisa azione di vigilanza”. Infine, il richiamo “a far prevalere l’interesse superiore della salute su qualsiasi altra logica o interesse di parte”. Da parte del ministro Spadafora, sembra evidente un messaggio: se il campionato non può continuare in sicurezza, allora non deve continuare.
Più possibilista sul prosieguo del campionato è apparso invece il ministro della Salute, Roberto Speranza: “Il Cts ha disposto delle norme che permettono di andare avanti in sicurezza. Altra cosa è la partecipazione del pubblico. Io sono contrario alle proposte di riaprire gli stadi a migliaia di persone”. In ogni caso, sembra condividere anche lui la decisione dell’Asl Campania: “So che intorno al calcio ci sono interessi e tante persone che vanno rispettate. Le cose importanti in questo momento però sono altre: il lavoro degli ospedali e dei sanitari e l’attenzione alle nostre scuole”.
Netto è Speranza su un punto: “Penso che stiamo parlando troppo di calcio e troppo poco di scuola. La priorità dovrebbe essere altro e lo dico da tifoso”. In attesa di capire come si comporterà il Napoli e cosa decideranno le autorità calcistiche italiane, il campionato dovrebbe andare avanti. Come avanti vanno i campionati esteri, dove la curva di contagio è più pericolosa. In Francia, ad esempio, occorrono 20 giocatori negativi al tampone per andare in campo, 14 sono i calciatori che devono essere disponibili in Premier League, la Spagna – come dovrebbe avvenire in Italia – si attiene alle regole Uefa dei 12 disponibili più un portiere, ma sottolinea la necessità che almeno 5 giocatori siano aggregati dalla prima squadra.
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