Nessuna pietà, ma cariche di botte e violenza. Questo è quanto ha segnato il tragico destino del giovane capoverdiano, Willy Monteiro Duarte. Gli assassini, tutti appartenenti alla “banda di Artena”.
Colleferro, cittadina romana, è straziata dal dolore. Scenario di una terribile follia, ha visto il giovane, nella notte tra sabato e domenica, venire colpito a calci e pugni, anche in testa, fino a rimanere esanime sull’asfalto. Willy Monteiro Duarte, di origini capoverdiane, abitava a Paliano, nel frusinate. Ex studente dell’Istituto Alberghiero di Fiuggi, Willy lavorava come aiuto cuoco in un ristorante di Artena ed era una delle comparse del corteo storico del Palio di Paliano. A scuola era sempre rispettoso delle regole e del prossimo. Ha consegnato pasti, pizze e servito ai tavoli come solo una persona responsabile può fare senza minimamente immaginare che di lì a qualche ora la sua giovane vita venisse spezzata da mani violente, da calci devastanti e da una rabbia incontrollata. In cinque contro uno. Come le bestie anzi, peggio. Sognava di correre a perdifiato sul campo verde dell’Olimpico indossando la maglia con i colori del suo amore: il giallo e il rosso.
I carabinieri hanno immediatamente proceduto agli arresti di quattro ventenni. Hanno tutti precedenti di polizia chi per lesioni, due per stupefacenti e non erano nuovi a risse, botte e minacce. Li avevano soprannominati la banda di Artena, paese nel passato era stato terra di briganti. Picchiavano, facevano paura, spavaldi e forti dei loro muscoli e tatuaggi. Si tratta di Francesco Belleggia, 23 anni, Mario Pincarelli, 22 anni e dei fratelli Gabriele e Marco Bianchi di 25 e 24 anni. Sono tutti accusati di omicidio preterintenzionale in concorso.
Un fatto di cronaca ma soprattutto di ingiustizia che ha profondamente addolorato il sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna, che per oggi ha proclamato insieme ai sindaci di Paliano ed Artena, il lutto cittadino. «Perdere le parole per me è molto raro, eppure da questa mattina mi rimangono in gola senza riuscire ad arrivare alle labbra. La nostra città e tutto il territorio sono abitati da gente per bene, da lavoratori e studenti; la nostra terra non può accettare la ferocia, la violenza ingiustificata, la sete di morte – scrive in una nota ufficiale – alle 12 tutti dovranno fermarsi almeno per un minuto, abbassare le saracinesche e smettere di lavorare per riflettere. Chiederò ad Avio ed Italcementi di far suonare le rispettive sirene. Ci costituiremo parte civile nel processo, e con gli altri sindaci non lasceremo sola la famiglia, mai. Ai carabinieri abbiamo fornito tutto ciò che potevamo, soprattutto le immagini delle telecamere comunali che avevamo installato di concerto con tutte le forze dell’ordine. È il più grande dolore che provo da quando sono sindaco. Chiederò ogni giorno che giustizia venga fatta, chiederò fino allo sfinimento agli inquirenti di fare chiarezza e proteggere i testimoni: l’omicidio di un ragazzo innocente non può passare come passa un dolore».
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