Baby sitter italiana uccisa di botte in Svizzera mentre era a lavoro, nella casa dove badava a una bambina. Presente anche la mamma della piccola
Una baby sitter italiana è stata uccisa di botte in Svizzera. La donna, calabrese di nascita ma veronese di adozione, si chiamava Teresa Scavelli ed aveva quarantasei anni.
Veniva da Oppena, in provincia di Verona, ma per lavoro si era trasferita da quattro anni nel paese elvetico, nel Contone di San Gallo.
Per come si sono svolti i fatti, la storia ha quasi dell’incredibile. La donna era in casa con la piccola che accudiva e la mamma di lei. Improvvisamente un ragazzo di ventidue anni con problemi psichici è entrato in casa e ha pestato a morte la baby sitter, colpendola con una oggetto di metallo. Secondo una prima ricostruzione dei fatti riportata da l’Arena di Verona, aveva cercato di difendere la bambina.
La donna e l’aggressore non avrebbero mai avuto alcun tipo di rapporto.
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Baby sitter italiana uccisa, la polizia ha sparato all’aggressore
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— Ticinonline (@Ticinonline) September 7, 2020
Teresa come tante donne aveva deciso di lasciare la famiglia e allontanarsi per lavoro. Sposata e madre di tre figli, si era trasferita nel cantone tedesco della Svizzera per accudire una bambina.
Quando l’uomo è riuscito a entrare in casa e ha cominciato a picchiare violentemente la donna, i vicini hanno chiamato la polizia. Quando gli agenti sono entrati nell’appartamento hanno intimato l’uomo di fermarsi. Ogni tentativo però è stato purtroppo vano e i poliziotti sono stati costretti a sparare. L’uomo, un cittadino svizzero, è morto sul colpo.
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