«Villa Inferno». Un nome, un programma. Quello svoltosi è, infatti, un programma di “tutto rispetto” che, con festini a base di sesso e cocaina vede coinvolti minorenni e otto uomini, tutti stimati professionisti del capoluogo felsineo: avvocati, politici, ristoratori di locali in voga. Hanno tutti tra i 27 ed i 49 anni.
Tra i coinvolti anche l’ex candidato della Lega alle ultime elezioni regionali, Luca Cavazza, da ieri ai domiciliari. È indagato, insieme ad altri professionisti, per induzione e sfruttamento della prostituzione minorile , atti sessuali con minore, cessione di cocaina aggravata dall’età della vittima.
A smascherare il tutto la madre della giovanissima, oggi maggiorenne che, dopo aver scoperto video e foto hard dal telefono della figlia, si è presentata dai carabinieri della compagnia Bologna Centro per sporgere denuncia. I militari, coordinati dal pm Stefano Dambruoso, hanno acquisito i video e sentito in audizione protetta la ragazzina, che ha confermato tutto: gli atti sessuali con uomini molto più grandi di lei, consumati in cambio di cocaina. Andava avanti dall’ottobre 2019 fino alla primavera di quest’anno. L’unico finito in carcere è Davide Bacci , imprenditore di 48 anni nonché proprietario della cosiddetta Villa Inferno. Altri indagati, Fabrizio Cresi (47), anch’egli imprenditore e Luca Cavazza(27), agente immobiliare molto noto negli ambiti ultras della Virtus pallacanestro e candidato alla Lega con Lucia Borgonzoni alle ultime elezioni regionali, si trovano ora ai domiciliari. Gli altri indagati sono stati raggiunti da obbligo di firma, tra questi ache un avvocato civilista di 45 anni.
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Oltre alla minorenne da cui è partita l’inchiesta, oggi diciottenne, c’è almeno un’altra coetanea finita al centro degli incontri. Ieri i carabinieri hanno notificato le ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip Sandro Pecorella e sono scattate perquisizioni e sequestri di telefoni e tablet, nelle abitazioni e negli studi professionali.
“Diffidate da chi vi dice che la politica è tutta merda e malaffari. La politica, per come la intendo io, è tutt’altro”, scriveva lo scorso 27 gennaio Luca Cavazza su Facebook, per ringraziare i 625 elettori che avevano segnato il suo nome sulla scheda elettorale. Troppo pochi per il grande salto nella politica. Il giovane leghista al centro dell’inchiesta dei carabinieri su un giro di droga e prostituzione (anche minorile) a Bologna era candidato con Lucia Borgonzoni alle ultime regionali, vinte poi da Stefano Bonaccini. Agente immobiliare, 27 anni, ultras della Virtus, una delle due anime del basket cittadino, Cavazza è adesso agli arresti domiciliari. L’accusa è di induzione alla prostituzione di minore e spaccio “lieve”.
Il grande salto, in realtà, lo tentò già nel 2016 quando militava ancora in Forza Italia. Aveva 23 anni ea Bologna si votava per il sindaco. Anche in quel caso sosteneva la coalizione per Lucia Borgonzoni. Ma in particolare fece rumore un suo post su Facebook dell’anno precedente: dopo una visita alla cripta di Benito Mussolini a Predappio, sui social scrisse: “Tutto quello che fu fatto non può essere cancellato. A noi!”. “Io sono di centrodestra, non di estrema destra. È stata una goliardata finita lì, davvero nessuna apologia – spiegò – non ti nego che per me Mussolini ha fatto delle cose buone, nel Ventennio. Ma quella era solo una visita in un luogo storico , ne ho approfittato in una giornata di cattivo tempo al mare “.
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