Questa sera, 30 agosto, alle 21.25, Rai1 ripropone il film “Il sindaco pescatore” con Sergio Castellitto. Il film racconta la storia di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso barbaramente con 9 colpi di pistola la sera del 5 settembre 2010.
Questa sera, alle 21.25, Rai1 ripropone un film di grande attualità e valore civile: “Il sindaco pescatore“, con Sergio Castellitto. Il film racconta la storia di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso nel 2010 con 9 colpi di pistola e si ispira liberamente all’omonimo libro scritto da Dario Vassallo e Nello Governato. Scopriamo insieme la vita e l’attività di Vassallo, conosciuto da tutti come il “sindaco pescatore”.
Leggi anche -> Sergio Cammariere e la parentela con Rino Gaetano
Chi era Angelo Vassallo, il sindaco pescatore
Angelo Vassallo nasce a Pollica, in provincia di Salerno, nel 1953. La sua vita è scandita dal mare e dal lavoro: è un pescatore, vive di cose semplici ma ad Angelo tutto questo incomincia a non bastare più. E’ stanco, stanco di vedere il suo mare brutalizzato dai traffici di droga, e stanco di vedere la sua Pollica nelle mani del malgoverno. Decide di agire in prima persona, candidandosi così a sindaco. E ci riesce.
Nel 1995 diventa sindaco di Pollica, nel Cilento, carica che conserverà per ben 3 mandati consecutivi, fino al 2010 (fu eletto anche una quarta volta con il 100% dei voti prima di essere ucciso). Politicamente, Vassallo si distingueva per un marcato ambientalismo: esponente del PD, aveva ricoperto anche la carica di consigliere provinciale a Salerno, quella di presidente della Comunità montana e presiedeva quella dei comuni all’interno dell’amministrazione del parco del Cilento.
La politica di Angelo Vassallo
Amato e rispettato da tutti, Angelo Vassallo era una figura esemplare della buona politica. Ha amministrato il suo comune all’insegna della legalità, del rispetto dell’ambiente e delle persone, valorizzando le risorse migliori del territorio e testimoniando con il proprio impegno, e al prezzo della propria vita, la volontà di costruire un futuro diverso per la propria terra.
A partire dal 2007, si fa promotore della proposta di inclusione della dieta mediterranea nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Durante la sua attività politica, Angelo non si è mai arreso alle minacce da parte della camorra né si è mai piegato alla corruzione, anzi, si è sempre mostrato come un uomo scomodo alle pratiche e alle abitudini omertose. Per combattere il narcotraffico, Vassallo era solito organizzare ronde coi vigili urbani per affrontare personalmente di notte i pusher della cocaina sul porto di Acciaroli, frazione di Pollica.
L’omicidio e le indagini
Angelo Vassallo venne ucciso nella sua auto la sera del 5 settembre 2010, mentre stava rincasando. Chi lo ha ucciso ha sparato 9 colpi di pistola, sette dei quali a segno. Benché lo stato della matrice sia ignota, il pubblico ministero incaricato delle indagini, Luigi Rocco, ha avanzato l’ipotesi che si tratti di un’esecuzione commissionata dalla camorra per punire il sindaco. Dopo 10 anni di distanza dall’omicidio, i dubbi rimangono ancora molti e le indagini non hanno ancora consegnato nessun nome alla giustizia.
Il fratello di Angelo, Dario Vassallo, ha sempre denunciato stranezze e punti oscuri nell’omicidio. Nel 2019, davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia, a cui ha consegnato anche un dossier di 430 pagine, Dario dirà: “Quando sono arrivato, intorno alla macchina di mio fratello ho contato 17 persone e una macchina con la stessa persona, la strada non era transennata e chiunque poteva accedere”. “Alla perizia balistica e dall’autopsia scopriamo che Angelo era stato attinto da 9 colpi di pistola. Per nove anni ci avevano raccontato che era stato ucciso da 7 colpi di pistola, è gravissimo” ha dichiarato il fratello del sindaco.
Attualmente, l’unico indagato per il delitto è l’ex carabiniere del nucleo investigativo di Castello di Cisterna Lazzaro Cioffi. E’ in carcere dalla primavera 2018 ma per altre ragioni: è accusato, ed è sotto processo, di aver protetto i traffici di droga del clan Fucito al parco Verde di Caivano, ricevendone in cambio soldi e beni di lusso.
Leggi anche -> Chi era Pietro Mennea, la “Freccia del Sud”: record e vittorie