Alexandre Dumas è il doodle di oggi: ecco perché

Oggi Google celebra Alexandre Dumas padre con un doodle speciale, anche se non ricorre l’anniversario della sua nascita o della sua morte. Scopriamo insieme il perché.

Irriverente, eccessivo, geniale: Alexandre Dumas padre è considerato un colosso della letteratura francese ed è uno degli autori del XIX secolo tra i più amati e letti ancora oggi. Google lo celebra con un doodle “slideshow” per una ricorrenza tutta speciale: la pubblicazione della prima puntata del romanzo “Il Conte di Montecristo”.

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Chi era Dumas, l’autore celebrato nel doodle di oggi

Era il 28 agosto del 1884 quando, sul giornale parigino Les Journal des Débats, apparve la prima puntata del romanzo “Il Conte di Montecristo”. Oggi, a 136 anni di distanza, Google ha deciso di dedicargli non solo un doodle ma un vero e proprio slideshow che ripercorre i punti salienti del romanzo. Un’occasione per ricordare uno dei romanzi storici più famosi e amati della letteratura europa e per celebrare il suo scrittore, Alexandre Dumas (padre).

Alexandre Davy de la Pailleterie (questo il suo nome originale) nacque il 24 luglio del 1802 a Villers-Cotterêts, un piccolo comune al nord di Parigi. Figlio di un generale della Rivoluzione francese, decise ben presto di assumere il cognome della nonna paterna, Marie-Césette Dumas, donna di origine africana e schiava a Saint-Domingue, l’attuale Haiti. Fin da piccolo, rimase affascinato dai racconti avventurieri del padre al punto che alcuni di questi elementi entrarono successivamente a far parte di alcune delle sue opere.

Trasferitosi a Parigi nel 1822, Dumas divenne un drammaturgo affermato prima di raggiungere un successo eccezionale negli anni ’40 del XIX secolo, grazie ai suoi romanzi pubblicati a puntate, tra cui “I tre moschettieri” e “Il Conte di Montecristo”. Fu autore di innumerevoli opere; il successo, tuttavia, lo portò a condurre una vita dissennata: eccessi, debiti, donne, imprese fallite, lo condussero alla rovina, tanto che fu costretto a vendere all’asta il suo castello pressato dai creditori. Trasferitosi dal figlio, omonimo, morì nel 1870 in seguito ad una malattia vascolare.

 

 

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