Il dramma del ristoratore suicida Firenze, la politica si interroga sull’accaduto anche a livello nazionale, Giorgia Meloni: “Serve risposta e riflessione collettiva”.
La morte di un ristoratore di 44 anni anni, che si è suicidato a Firenze, a quanto pare a causa della crisi economica legata al Coronavirus, ha spinto molti esponenti politici a interrogarsi su quanto accaduto e a prendere posizione. Tra i primi a intervenire, il sindaco del capoluogo toscano, Dario Nardella, che ha twittato: “Addolorato per la scomparsa di Luca, che a 44 anni si è tolto la vita. Ora più che mai dobbiamo essere uniti e solidali, vicini ai lavoratori e agli imprenditori. È il momento del silenzio. Alla famiglia, ai colleghi e agli amici di Luca va il cordoglio mio e di tutta Firenze”.
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La reazione della politica al dramma del ristoratore suicida a Firenze
Si tratta dell’ennesimo episodio tragico che avviene dopo il lockdown e sembra direttamente legato alla crisi economica e sociale che si sta affrontando a causa del Coronavirus. Lo spiega bene il consiglio regionale Marco Stella, che definisce il suicidio di Luca “la punta dell’iceberg di un malessere che cova nel mondo della ristorazione e del turismo in Toscana, messo in ginocchio dalla pessima gestione dell’emergenza Covid da parte del Governo e delle istituzioni. Senza aiuti economici e veri sgravi fiscali, almeno la metà dei ristoranti toscani rischia concretamente di chiudere entro metà ottobre, come da allarme lanciato dall’associazione Ristoratori Toscani”.
La paura di questo ristoratore era legata al fatto di non riuscire a pagare il mutuo per il suo locale, ha spiegato un suo collega. Fa una punto sulla tragedia la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “A Firenze un ristoratore, oppresso dalle tante spese e dalle poche entrate, ha deciso di togliersi la vita. Una storia che lascia impietriti, e che racconta il dramma di centinaia di migliaia di imprenditori schiacciati dalla grave crisi economica e lavorativa che stiamo vivendo a causa del maledetto Coronavirus. Persone alle quali la politica, spesso, non è stata in grado di dare una speranza di rinascita. Una riflessione necessaria per ciascuno di noi, nessuno escluso. Un abbraccio alla famiglia e a tutti i suoi colleghi di lavoro. Nessuno deve essere più lasciato solo”.
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