Nuova ordinanza del ministero della Salute su contenimento Coronavirus: tamponi e test per i rientri dall’estero, sbarchi e discoteche, cosa cambia.
In vigore da mezzanotte di oggi una nuova ordinanza in senso restrittivo emanata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, in materia di norme di contenimento del Coronavirus. L’ordinanza ha lo scopo di contenere la curva del contagio, che è in lenta salita, evitando poi provvedimenti che possano essere maggiormente invasivi rispetto alla quotidianità dei cittadini. Il provvedimento nasce in virtù del fatto che i cluster più o meno ampi che si sono formati in queste settimane sembrano legati a episodi di mancato contenimento e rispetto di regole precedentemente proposte.
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Tamponi e rientri dall’estero: cosa prevede l’ordinanza anti Coronavirus
Mentre ieri si sono nuovamente sfiorati i 500 casi in 24 ore, sebbene la situazione dei decessi e dei ricoveri non sia comunque particolarmente gravosa, il ministro Speranza ha emesso una nuova ordinanza che sarà in vigore fino a nuovo DPCM e comunque non oltre il 7 settembre. Tale ordinanza, ha spiegato brevemente il ministro, prevede “test molecolare o antigenico, da effettuarsi con tampone, per chi arriva da Croazia, Grecia, Malta e Spagna”. Inoltre “si aggiunge la Colombia alla lista dei Paesi per cui è previsto divieto di ingresso e transito”.
I test si possono effettuare 72 ore prima della partenza e comunque entro le 48 ore successive all’ingresso in Italia, ma comunque è fatto obbligo di comunicare immediatamente il proprio ingresso nel Paese. Qualora insorgessero i sintomi del Coronavirus, “resta fermo l’obbligo per chiunque di segnalare tale situazione con tempestività all’Autorità sanitaria per il tramite dei numeri telefonici appositamente dedicati e di sottoporsi, nelle more delle conseguenti determinazioni dell’Autorità sanitaria, ad isolamento” (LEGGI L’ORDINANZA COMPLETA).
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Altri fattori critici: sbarchi e discoteche
Ci sono però polemiche perché al momento non vengono trattate nell’ordinanza del ministero della Salute due nodi fondamentali: uno riguarda lo sbarco di migranti sul territorio nazionale, l’altro la mancata o inefficace regolamentazione sulle discoteche. Per quanto concerne il primo punto, il governo ha disposto da qualche giorno una seconda ‘nave quarantena’, ovvero la Gnv Aurelia, che servirà per l’assistenza e la sorveglianza sanitaria dei profughi soccorsi in mare o giunti sul territorio nazionale in modo autonomo. La nave sarà ferma nel porto di Corigliano d’Otranto.
Per quanto concerne invece le discoteche, sono diverse le Regioni che in maniera del tutto autonoma stanno predisponendo, soprattutto in vista dell’imminente weekend di Ferragosto, una vera e propria stretta al fine di tentare di evitare gli assembramenti. Al momento, le serate in discoteca hanno provocato soltanto polemiche, anche da parte di altri esercenti che puntano sul ‘divertimento’, come gli organizzatori di concerti e spettacoli, costretti a rispettare regole ben più ferree. Nello specifico, diverse Regioni, come la Sicilia ad esempio, hanno vietato serate al chiuso e chiesto un preavviso di 48 ore per chi intendesse organizzare eventi all’aperto.
Le ordinanze regionali: il caso Puglia
Sta intanto facendo molto discutere l’ordinanza che ha invece emanato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, proprio alla vigilia di Ferragosto. Le norme pugliesi, che già disponevano l’isolamento fiduciario in attesa del tampone a chi rientra da Spagna, Malta e Grecia, sono più dure rispetto ad altre zone d’Italia e servono a contenere una situazione che soprattutto nelle località balneari del Salento sembra di difficile gestione. Il punto più importante riguarda l’obbligo di indossare dispositivi di protezione individuale all’aperto, se non si può garantire il distanziamento sociale.
Tale norma riguarda discoteche, sale da ballo e locali assimilati, con lievi differenze: la distanza minima sulla pista da ballo deve essere di due metri e altrove nel locale di un metro e in ogni caso si deve trattare esclusivamente di eventi organizzati all’aperto. Inoltre viene ribadito che gli esercenti hanno l’obbligo di rilevare la temperatura corporea impedendo l’accesso in caso di temperatura superiore a 37,5°. Ribadita anche la necessità di predisporre una adeguata informazione sulle misure di prevenzione, anche in altre lingue.