Covid-19, censura per Trump da Facebook e Twitter
Nuove grane per il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a meno di tre mesi delle elezioni del 3 novembre, nella giornata di oggi il Commander in chief USA è incorso nella tagliola della censura da parte dei popolari social network Facebook e Twitter. Vediamo cosa è successo.
Coronavirus, Trump all’attacco
Il presupposto è la campagna di comunicazione, lanciata nei giorni scorsi da Donald Trump, secondo la quale i bambini sarebbero “praticamente” immuni al coronavirus covid-19. “Il virus sta andando via”, ha sottolineato a più riprese e con nettezza il presidente USA, “le scuole dovrebbero riaprire”. Ma non solo. Queste posizioni sono state espresse, pubblicamente e formalmente, tramite alcuni tweet e attraverso almeno tre post su Facebook. Ma i dati ufficiali, purtroppo, dicono decisamente il contrario. Illuminante in tal senso il confronto con il giornalista Jared Kushner nel programma Axios on HBO. Trump, però non è uomo da sottostare facilmente alla critiche e, come detto, ha rilanciato il suo punto di vista sui social. Ma è accaduto l’imponderabile.
La censura dei social network
Nell’arco di 24 ore, infatti, sia Facebook che Twitter hanno rimosso, bloccato e censurato i post messi online dal Presidente adducendo, come spiegazione formale, che violavano le regole dei social network rispetto alle fake news e alla disinformazione sul coronavirus. Da sottolineare, a completezza dell’informazione, che le affermazioni di Donald Trump fanno riferimento ad uno studio del CDC che, come altri simili, suggeriscono, ma non dimostrano in maniera inoppugnabile, che i bambini sotto i 6 anni corrono, molto di meno delle altre generazioni, il rischio di essere infettati dal covid-19. Lo studio a cui fa riferimento il Presidente degli Stati Uniti si basa un campione di 2500 bambini secondo il quale gli infetti sarebbero 1 su 5 al contrario degli adulti che, nello stesso campione, risultano infettati nella misura di 1 su 3. Una nuova guerra, dopo quella in corso per il destino di TikTok, è in ogni caso ormai a pieno titolo nell’agenda di Trump. Ne vedremo di belle.